-L’ARMONIA GEOMETRICA-
Chi osserva le stelle, generalmente, è disponibile a
constatare che il cielo notturno appare ricco di costellazioni a forma di
segmenti, di rettangoli e di pentagoni. In un testo del 3500 anni fa leggiamo
che un sapiente, osservando il cielo stellato, intravide un leone, un toro ed
uno scorpione. Queste forme geometriche derivano, forse, da forze cosmiche
sconosciute? Nel 1928 il matematico inglese Frank Ramsey dimostrò che queste
forme fanno parte di qualsiasi struttura, sia un ammasso di stelle, di un
mucchio di sassolini o di una successione di numeri generati a caso con i lanci
di un dado. Anzi, Ramsey affermò che qualsiasi struttura, appunto,
necessariamente contiene una sottostruttura ordinata. Pertanto, osservò il
matematico americano Motzkin: "Dalla teoria di Ramsey scende come conseguenza
che il disordine completo non può esistere". Un insieme sufficientemente grande
deve contenere una configurazione molto regolare, come i novanta numeri del
Lotto, che disposti in circolo formano la circonferenza ciclometrica ed i
sottoinsiemi configurano esattamente triangoli, pentagoni, esagoni etc.. Il dr.
Fabrizio Arrigoni, il celebre Fabarri, ricercò per tutta la vita l’armonia, che
giustamente riteneva vigere tra i numeri. Ad occhio nudo (vedi le opere di Ciro
Vitale) vediamo le regolarità geometriche che si formano nel tessuto disordinato
delle estrazioni settimanali. Anche la rappresentazione del futile gioco del
Lotto conferma la " Teoria di Ramsey". Fabarri con l’intuizione dell’orologio
dei novanta numeri codificò una disciplina della ludologia sempre esistita, dai
cabalisti agli statistici, in quanto insita nella natura stessa degli eventi;
intendiamo l’ordine offertoci, appunto, dalla Ciclometria. Se sistemiamo
cronologicamente gli scritti di Fabarri, ci accorgiamo come lo studioso abbia
maturato nel tempo il concetto dell’ordine geometrico dei numeri che proprio nel
cerchio ciclometrico avrebbe trovato la sua visualizzazione. Già nel 1965
Fabarri proponeva ai lettori de "Il Calcolo Vincitore", la storica rassegna
mensile dei fratelli Pasini, un aspetto dell’ordine geometrico figurale da lui
riscontrato nelle estrazioni. Capita che nel quadro estrazionale, fra due ruote
vicine, siano usciti tre numeri disposti in forma triangolare, tali che, in
valore assoluto, uno di questi numeri rappresenti la somma oppure la differenza
tra gli altri due. L’armonia è completa sei i numeri siano disposti due in una
ruota ed uno nell’altra, ma sempre in uno dei posti occupati dagli elementi
della prima ruota.
Ecco l’esempio dimostrativo proposto dallo stesso
autore:
8 febbraio 1958
CAGLIARI: 71 37 85 19 79
FIRENZE: 44 28 10
1
18
|
Il n. 1 è la differenza fra i nn. 19 e 18 e rappresenta
il vertice centrale del triangolo che si ottiene congiungendo i numeri fra
loro.
Considerando un quarto numero alla destra del 19, il
triangolo si trasforma in un quadrato di armonica struttura. Questo nuovo
elemento deve soddisfare al seguente teorema:
"Se il vertice di un triangolo esprime la differenza tra
gli estremi A e C, il vertice ad esso opposto nella figura quadratica tende a
presentare la somma tra i medesimi estremi".
Nell’esempio, il quadrato trova la sua formazione con il
n. 37, la somma dei nn. 18 e 19, sulla ruota di Cagliari ed al quinto posto.
Dopo quattro estrazioni, il n. 37 esce sul compartimento sardo, quinto,
realizzando l’armonia geometrica. Fabarri fa notare anche che lo stesso numero
non solo è presente nell’estrazione base, ma esce consecutivamente, sempre a
Cagliari, primo e secondo colpo, in entrambi i casi al quarto posto. Ciò
dimostra che la figura quadratica non deve necessariamente prodursi entro i
rigidi schemi delle posizioni, ma per la gioia del giocatore può benissimo
completarsi con l’apparizione del numero integratore nella veste di estratto
semplice. Per questa ragione, ammonisce lo studioso, non conviene insistere
oltre nel gioco, quando il numero di chiusura si presenta fuori posto. Non di
rado il numero integratore esce accoppiato con uno dei numeri del triangolo,
formando così ambo. Naturalmente, il tentativo va consigliato per tutte le ruote
per sei-sette estrazioni. E’ inutile precisare che non tutte le applicazioni
hanno un esito felice, altrimenti la tecnica avrebbe del prodigioso, ma,
tuttavia, il fenomeno non è casuale e dimostra che c’è una tendenza armonica
nella serie degli estratti, proprio in rispetto della Teoria di Ramsey. E’
compito dello studioso l’approfondimento della materia con ricerche e controlli
con criteri da scegliere di volta in volta, mettendo in relazione altri aspetti
di armonia numerica. Ciò mette in guardia dal ritenere come infallibili quelle
tecniche standard, che, spesso, vengono cedute per cifre anche notevoli.
Quest’osservazione non vuole assolutamente sottovalutare il lavoro di alcuni
intelligenti studiosi, che prendendo spunto dai princìpi di Fabarri, hanno
personalizzato le loro tecniche, ma solo gradiremmo, per serietà, di essere più
espliciti nell’esposizione dei loro prodotti, consigliando i rilievi individuali
ed estemporanei che ognuno dovrebbe fare prima di coniare il pronostico. A
titolo di esempio esplicativo, prendendo spunto dagli insegnamenti di Fabarri,
vi presentiamo uno studio personale.
Estrazione n. 1 del 1992,
alla ruota di Cagliari troviamo il seguente
"quadrato" ciclometrico:
76 16
69 23
SOMMA COMUNE = 76 + 16 =
2 E 69 + 23 = 2
DIFF. VERTICALE = 23 - 16 =
7 E 76 - 69 = 7
DIFF. DIAGONALE = 69 - 16 =
53 E 76 - 23 = 53
Operando le somme verticali
abbiamo: 76 + 69 = 55 e 16 + 23 = 39. Questi due valori devono considerarsi come due
estratti con una somma ed una differenza proprie:
55 + 39 = 4 (somma)55 - 39 = 16 (differenza)
Operando analogamente in
diagonale, abbiamo: 16 + 69 = 85 e 76 + 23 =
9, da cui:
85 + 9 = 4 (somma)85 – 9 = 76 (differenza)
Notiamo che in entrambi i casi la somma è la
stessa.
All’estrazione n. 2/1992 a Palermo
esce l’ambo 26-68, realizzando la somma 4 (26 + 68). In rispetto
dell’intuizione di Fabarri e dell’armonia geometrica che è insita negli eventi,
dobbiamo aspettarci l’uscita di un ambo avente come somma uno dei due valori di
differenza: 16 o 76.
Azzardiamo la composizione di questi ambi, partendo dai
numeri rintracciati:
valore 16 = 26-80 e 68-38
valore 76 = 26-50 e 68- 8
A colpo, su Bari, viene estratto l’ambo
26-80!
Questa è la dimostrazione di come si
debba affrontare con serietà e con continua ricerca lo studio degli eventi del
Lotto e non inseguire assurdi metodi fissi.
-COMMENTO-
Poche parole per qualificare questo grande articolo del
maestro Mimmo. Un articolo in cui si vede tutto il genio e la fantasia di cui
era in possesso, qualità che distinguono un ottimo lottologo da un grande. I
saccenti e i falsi profeti di oggi tornino sui banchi di scuola (alias andassero
a rileggersi la monumentale opera di Manna) e cercassero di imparare qualcosa
prima di aprire bocca in materia di Ciclometria con la "C"
maiuscola.
Antonio FIACCO
*CICLOMETRIA NUMERICA*
Abbiamo dato il nome
di "Ciclometria" ad una speciale interpretazione, e se si vuole ad una
particolare disciplina, la quale ha per oggetto lo studio dell’evoluzione o
successione numerica, considerando i numeri come punti di una circonferenza. Si
tratta naturalmente di una circonferenza composta di 90 numeri disposti in
ordine progressivo a cominciare dal 90, che occupa il posto superiore, e
progredenti in direzione destrorsa, ossia conforme alle sfere di un orologio:
90.1.2.3.4… 15… 30… 45… 60…75…
La nostra teoria
ciclometrica, che significa appunto misurazione del cerchio, parte da una
concezione originale secondo la quale i numeri che vengono estratti al gioco del
Lotto, se presi in esame a due a due, formano dei segmenti, ovviamente di varia
dimensione; questi segmenti, trascritti sulla circonferenza, segnano altrettante
corde; e queste corde tendono a comporre delle figure simmetriche, che vanno dal
quadrilatero all’esagono inscritto. La nostra concezione non prende in
considerazione figure con numero di lati maggiore di 6.
Le estrazioni del
Lotto, se esaminate sotto questo aspetto, forniscono numerose e continue prove
di tale tendenza generale, che rispecchia, a nostro avviso, una forza
ordinatrice vigente in molte altre manifestazioni di eventi casuali e non
casuali. La cosa può essere meglio illustrata con qualche esempio, che è atto a
dimostrare il particolare movimento compositivo delle figure esagonali di cui
abbiamo detto.
1° esempio -
Nell’estrazione n° 5 del 1968 (3 febbraio)uscivano: a Torino l’ambo 81-52 ed
a Venezia l’ambo 45-74; nell’estrazione successiva si presentava a Venezia
l’ambo 7-29. Disponiamo ora questi numeri sul cerchio e calcoliamo la lunghezza
e calcoliamo la lunghezza dei 6 segmenti o lati che si sono formati, tenendo
presente che la misurazione di ogni lato si opera mediante la differenza
circolare fra i suoi estremi.
Per differenza
circolare si intende la differenza col criterio del limite 45; la quale comporta
che, quando la differenza aritmetica supera 45, se ne deve calcolare il
complemento a 90. Abbiamo dunque:
lato 7-29 = 22
lato 29-45 = 16
lato 45-52 = 7
lato 52-74 = 22
lato 74-81 = 7
lato 81- 7 = 16
Si nota subito,
congiungendo tra loro i successivi punti del cerchio, che si è formata una
figura esagonale perfettamente simmetrica, in quanto ad ogni lato corrisponde un
altro lato di misura uguale (due lati a misura 7, due lati a misura 16, due a
misura 22).
2° esempio –
Nell’estrazione 26/’68 (28 giugno) si presentavano i seguenti ambi, uniti da una
carattere di equidistanza:
Firenze 18-
5
Venezia
12-25
Dopo 3 settimane, e
precisamente all’estrazione del 20 luglio usciva a Cagliari l’ambo 63-57.
Disponendo i sei punti sul cerchio si vedeva formarsi una figura esagonale
avente i seguenti lati con le rispettive misure:
lato 5-12 = 7
lato 12-18 = 6
lato 18-25 = 7
lato 25-57 = 32
lato 57-63 = 6
lato 63- 5 = 32
Due lati a misura 6,
due lati a misura 7, due a misura 32. Corrispondenza e simmetria
perfette.
3° esempio – In
data 11 maggio 1968 (estraz. n. 19), uscivano i seguenti
ambi:
Torino
82-57
Palermo 68-
3
Dopo 2 settimane si
presentava l’ambo 17-37 alla stessa ruota di Torino, simmetrizzando la figura
esagonale, come si riscontra dalle misure dei lati:
lato 82- 3 = 11
lato 3-17 = 14
lato 17-37 = 20
lato 37-57 = 20
lato 57-68 = 11
lato 68-82 = 14
Crediamo che gli
esempi sopra riportati siano sufficienti a fornire un’idea del fenomeno
tendenziale di cui ci siamo occupati e che per un esperto costituisce materia di
costante verificazione. Si tratta, com’è evidente, di manifestazioni di grande
interesse non soltanto lottistico ma anche matematico.
Su questa base
ciclometrica noi abbiamo elaborato una speciale tecnica che ci consente di
calcolare previsioni di 3 ambi secchi validi per tutte le ruote, e talvolta per
ruote prefissate, e destinate ad esito positivo in un tempo relativamente
ristretto (in media non oltre 10 settimane). Ma giunti a questo traguardo, che
ha pure una sua importanza, ci siamo proposti il problema, d’importanza molto
maggiore, di trovare un metodo tecnico che permettesse di calcolare anche le
estrazioni determinate in cui le previsioni dovrebbero riuscire
vincenti.
Siamo ora in grado di
comunicare che tale secondo traguardo è stato da noi raggiunto servendoci del
medesimo criterio ciclometrico, applicato alle date di estrazione. Per esigenze
di brevità ci limitiamo a dire che, mediante la speciale tecnica adottata,
abbiamo lavorato sulle distanze fra le diverse estrazioni, alle quali abbiamo
dato numeri progressivi da 1 a 52 (all’epoca le estrazioni si effettuavano una
volta a settimana, per un totale di 52/53 all’anno. N.d.R.), riportando poi tali
distanze su di un cerchio avente 52 punti e delineando parimenti delle figure
geometriche esagonali composte dai lati formati dalle distanze stesse. Il nostro
criterio di calcolo, analogo a quello usato per il cerchio di 90 elementi, ci ha
consentito di elaborare previsioni di 3 date determinate in numero progressivo;
per modo che la previsione principale, ricavata dai 90 numeri, ne risulta
innestata nella previsione relativa al numero di estrazione, generando così un
ambo i cui termini sono costituiti dal valore sommativo dell’ambo numerico e dal
valore sommativo dell’ambo estrazionale.
Si tratta, come è
comprensibile, di un procedimento piuttosto complesso, del quale non possiamo
indicare i particolari. Possiamo però affermare che le prove eseguite ci hanno
fornito esiti di buona rispondenza. In altre parole, siamo in grado di elaborare
previsioni comprendenti pochi ambi e destinate ad esito facilmente vincente fra
3 estrazioni esattamente precalcolate col metodo
ciclometrico.
Siamo sicuri che
questa notizia non mancherà di richiamare l’attenzione dei lottofili e degli
intenditori, avvertendo che il medesimo procedimento trova ampia possibilità di
applicazione alla roulette, con risultati logicamente molto più rapidi e
remunerativi.
A titolo di saggio
desideriamo segnalare qualche previsione di prossimo esito, per le quali
indichiamo le date di estrazione in cui sono probabilmente
attese:
-Estrazione 2
agosto-
Tutte le ruote ambi secchi: 81-83; 74-76; 74-83;
74-34; 60-20;Tutte le ruote solo ambo: 66-27-60-67-74 |
-Estrazioni 7 e 21
giugno-
Napoli-Roma: 10 ambata;Tutte ambi secchi :10-17; 10-19; 10-12; 10-21 |
FABARRI
(articolo pubblicato sul "Corriere dei
Giochi" n° 55 del 31 maggio 1969)
Che dire. Questo è
l’atto fondativo della Ciclometria così tanti degli appassionati e studiosi di
oggi la conoscono. Una Ciclometria basata sulla composizione di figure
geometriche inscritte, dovuta, secondo il grande lottologo scomparso agli inizi
degli anni ’80, ad una "legge" soggiacente gli eventi della Natura. Una visione
che non ci trova pienamente d’accordo perché basata su un determinismo di fondo
che non possiamo accettare in pieno, ma solo in parte. Rimane il fatto che negli
anni che seguirono molti studiosi si impegnarono nella ricerca di armonie
simmetriche evidenziabili mediante il cerchio ciclometrico, traendone eccellenti
risultati, anche attraverso la rilettura delle opere di questo grandissimo della
storia degli studi sull’azzardo. Ciò che è in discussione non è tanto la
quantità di previsioni andate a buon fine (questo nessuno potrà mai
disconoscerlo, tantomeno i deter…itardisti che ancora oggi chiacchierano a
vanvera di cose di cui non conoscono neanche il significato più superficiale)
quanto piuttosto il come venivano ricavate, la logica di base. Una logica che
oggi assume nuova importanza alla luce delle scoperte che la scienza ufficiale
ha compiuto su nuove branche del sapere, come la teoria del caos, il caos
deterministico e così via. Quanto a ciò che è contenuto nell’articolo, dal punto
di vista strettamente tecnico, è ovvio che si trattava dei primi tentativi di
"geometrizzare" gli eventi, che ai nostri occhi, oggi, non appare nulla di
straordinario, ma provate a collocare il presente articolo nel contesto storico
di 33 anni fa e vi accorgerete subito che si trattava di un’autentica
rivoluzione culturale della lottologia. Siete poi curiosi in merito a quanto
affermato da Fabarri riguardo la possibilità di imbroccare non solo i numeri ma
addirittura le date di possibile estrazione delle previsioni? Bene, vi diciamo
allora che le previsioni pubblicate in chiusura di servizio ebbero i seguenti
risultati:
1^ previsione: Il 2 agosto 1969 uscì
l’ambo secco 74-83!
2^ previsione: il 21 giugno 1969 uscì
l’ambata 10 sulla ruota di Napoli!!!
(nota: il 7 giugno, l’altra data
valida, uscirono 10-16-18…)
Siete stupiti? Noi no…
Antonio FIACCO
La critica
lottistica: I RITARDI
Occupandoci di questo argomento, abbiamo già sostenuto, che
il ritardo non è di per sé solo un elemento capace di conferire una plusvalenza
di probabilità. Questo principio fondamentale è confermato dalla scoria
scientifica che ha per oggetto il calcolo delle probabilità e pertanto non è
necessario insistervi. Da un punto di vista eminentemente pratico ed
attualistico, al giuocatore interessa però accertare in qual modo ed in quali
condizioni il fattore del ritardo può essere considerato ed utilizzato. A tale
scopo occorre anzitutto fare una distinzione: vi sono infatti ritardi che
seguono una fase di grande frequenza di una combinazione, e ne costituiscono un
effetto compensativo, equilibratore; e vi sono invece ritardi che si verificano
in un periodo di normale o addirittura deficitaria produzione di una
combinazione. E’ evidente la differenza di valore di questi due fenomeni; basta
osservare che, circa il secondo caso, cioè quando un elemento numerico già in
fase di scarto negativo si assenta per un lungo periodo, noi ci troviamo di
fronte ad una particolare accentuazione di uno squilibrio già in atto che,
pervenuto ad certo livello, non può oltre durare, e deve necessariamente
tendere, in virtù della legge dell’equilibrio, a produrre manifestazioni di
senso opposto, dando luogo alla rottura del ritardo. Ed è facile rendersi
ragione di ciò, riflettendo che il ritardo di una certa entità, quando cioè
raggiunge un’altezza corrispondente a diverse volte l’intervallo medio di
riproduzione di una combinazione, costituisce sempre una deficienza e quindi uno
squilibrio quantitativo, Un’esemplificazione servirà a rendere più chiaro il
concetto:
Supponiamo che un numero, in un periodo di 360 settimane
sia stato sorteggiato soltanto 10 volte. Ciò equivale a dire che esso ha
registrato una deficienza, ovvero uno scarto negativo , di 10 punti, poiché,
secondo la probabilità, doveva essere uscito 20 volte (360:18=20). Se in queste
condizioni esso entra in una fase di alto ritardo, raggiungendo, per esempio,
un’assenza di 150 settimane, è chiaro che avrà grandemente accresciuto lo scarto
del quale era già affetto. E siccome la legge dell’equilibrio tende a
regolarizzare, ossia a livellare le sortite di tutti i numeri, ne consegue che
la deficienza registrata dall’elemento in parola non potrà ancora per molto
prolungarsi e ci autorizzerà con fondate speranza da attendere, entro limiti
approssimativi, additati dall’esperienza statistica, la sua riproduzione, vale a
dire la eliminazione del ritardo in atto.
Fabarri, tratto da "Il calcolo vincitore" gennaio 1951
I
RITARDI
Intorno a questo soggetto, che
occupa un posto di primaria importanza nelle ricerche statistiche sul lotto,
abbiamo letto in questi ultimi mesi numerosi articoli e saggi di studiosi,
appassionati e dilettanti. Punti di vista, classificazioni e termini più o meno
estrosi sono stati introdotti ed usati nella trattazione della materia, nel
tentativo di fornire nuove interpretazioni dei vari aspetti del ritardo, ma in
sostanza, ci sembra, intesi a far prevalere l’opinione personale dei singoli
articolisti. Molto ci sarebbe da dire ed eccepire, in linea teorica e sotto il
profilo scientifico, a proposito di tali scritte che, a parere nostro, non hanno
svolto l’argomento se non nella forma più strettamente empirica e, aggiungiamo,
pseudo-statistica. Ma quel che soprattutto colpisce e meraviglia è il sentir
parlar di ritardi eccezionali o rarissimi, come se tali termini
rispecchiassero una netta distinzione fra le manifestazioni del ritardo. Noi ci
proponiamo di richiamare tutta l’attenzione dei lettori, naturalmente dei più
provveduti, ed in modo particolare dei competenti e studiosi seri, sul fatto che
l’esame spesso poco approfondito dei ritardi ha provocato un grosso equivoco
nella loro interpretazione. Per limitarci, ora, ai cosiddetti ritardi
eccezionali, riteniamo porre in risalto una ben nota realtà matematica,
che cioè il termine eccezionali, presuppone logicamente l’esistenza di
almeno due categorie nettamente distinte di ritardo, o quanto meno, la
possibilità di discernere una chiara visione, per caratteristiche, delle varie
forme di manifestazione del ritardo. Ma, così facendo, si dimentica il
significato ed il valore matematico del fenomeno, cioè si trascura di tenere
presente che l’ampiezza o misura del ritardo è una funzione proporzionale a
delle successioni numeriche e che, si badi bene, non è lecito introdurre, per
darne un’interpretazione, un attributo, come quello di eccezionale,
perché in realtà l’eccezione non esiste. Quel ritardo che viene chiamato
eccezionale non è, in sostanza, che una misura del fenomeno ritardo, misura, si
ricordi bene, che è sempre proporzionale alla quantità dei numeri o delle
estrazioni. Qualunque sia il grado di un ritardo, non va dimenticato che esso ha
sempre un coefficiente preciso di probabilità e, per conseguenza, la sua
manifestazione deve verificarsi, in media, una volta ogni determinato ciclo di
estrazioni. Ecco dunque perché non si può definire
eccezionale.
FABARRI
tratto da "IL CALCOLO VINCITORE" N° 6, giugno 1951
PRINCIPI BASILARI DELLA TECNICA DI PREVISIONE
Quando ci si
accinge all’analisi ed allo studio statistico delle estrazioni con l’intento di
trarne delle previsioni, è indispensabile attenersi ad alcune regole
fondamentali di carattere matematico. Dopo aver scelto un determinato tipo di
combinazione che forma oggetto della previsione, è necessario in particolare
procedere a quello che si potrebbe chiamare l’inquadramento della sua valenza
probabile e del suo indice di riproduzione. Se, per esempio, in seguito a
speciali osservazioni di ordine statistico, si giunge a prevedere la prossima
sortita di un’ambata, fra tre numeri, non ci si può limitare, come purtroppo
accade, e di sovente, a segnalare i numeri in questione come genericamente
probabili, senza preoccuparsi di stabilire, sia pure con approssimazione il
termine di tempo entro il quale si prevede l’esito della combinazione. Ciò per
due ragioni: prima, perché il giocatore che deve perseguirla deve sapere la
presumibile durata dell’attacco al quale si accinge, allo scopo di predisporre
convenientemente l’esborso; seconda, perché il valore e l’importanza della
previsione devono necessariamente rilevarsi in rapporto con la probabilità
teorica e col coefficiente del premio prestabilito per quel tipo di
combinazione. In altre parole, se Tizio consiglia due numeri per la sorte di
ambata, senza indicare il numero di estrazioni entro cui prevede l’esito, noi
possiamo dire che la sua previsione non ha alcun valore, in quanto non offre una
chiara prospettiva di utile sfruttamento per il giocatore. Infatti l’intervallo
medio teorico di riproduzione per tale tipo di combinazione è dato dall’indice
di probabilità di un numero diviso per 2, cioè 9 estrazioni (18/2=9). Se la
previsione non indica un limite inferiore all’indice teorico, evidentemente essa
non può rispecchiare un qualsiasi coefficiente di plusvalenza, ed in tal caso si
dimostra priva di convenienza per il giocatore. Ne’ vale il dire, come si è
tentato talvolta, che la previsione può affermare la propria utilità mediante
l’impiego di una progressione in aumento delle puntate. Giacché è sempre bene
ripeterlo, non è già il denaro un elemento capace di alterare i ferrei rapporti
fra le probabilità e quindi di offrire un reale vantaggio al giocatore? Nel
prossimo articolo cercheremo di chiarire meglio il concetto, fornendo anche
qualche esempio pratico di accessibile comprensione.
FABARRI, tratto da "IL CALCOLO VINCITORE" n° 2 del 1955
LA SIMMETRIA DI
POSIZIONE
Come dicemmo
nell’articolo del mese scorso, ricordando la validità dei gruppi segnalati in
precedenza, un risultato doveva attendersi fino all’estrazione di giugno.
Infatti, prima ancora della scadenza di tale validità, cioè in data 7 giugno,
abbiamo avuto a Bari l’ambo 5-30, facente parte del gruppo 3-4-5-30-56. E’ senza
dubbio una nuova prova della efficacia del metodo di ricerca del quale ci stiamo
occupando da alcuni mesi, e che ha registrato già parecchi esiti favorevoli.
Nell’indicare oggi qualche altra previsione, ne descriviamo brevemente l’origine
strutturale, così che i lettori possano cominciare ad apprendere la base tecnica
del criterio simmetrico da noi adoperato. Con l’estrazione del 7 giugno le ruote
di Torino e Venezia presentavano:
Torino
45 27 84 43 47
Venezia
87 31 81 43 47
|
Nella disposizione dei
numeri ai posti 3°, 4° e 5° consiste un’omogeneità e simmetria quasi perfetta,
in quanto si rileva la ripetizione dei due elementi 43 e 47 come quarti e quinti
e la presenza di due numeri al 3° posto, numeri ordinati e significativi perché
facenti parte della tripla 81-84-87. Quando si verificano situazioni di questo
genere, v’è una grandissima probabilità che il gruppo risultante dagli elementi
così disposti si riproduca con l’ambo ( e talvolta col terno) in una delle ruote
che hanno registrato l’ordine simmetrico. Ci riserviamo di dire altra volta qual
è la ragione tecnica per cui il fenomeno si attua. Per ora ci limitiamo a
segnalare questa combinazione, avvertendo che si tratta di un gruppo di seconda
categoria, per il quale l’esito vincente dovrebbe prodursi nello spazio di circa
10 settimane, cioè verso metà agosto. Per accrescere la probabilità del successo
e per accelerare l’evento, è bene però aggiungere un’altra previsione, che
faccia blocco unico con la prima: in tal modo la riuscita acquista quasi un
grado di sicurezza:
Tutte le ruote 9-19-37:
ambo
Torino e Venezia 43-47-81-84:
ambo
Fabarri, tratto da "Il Calcolo Vincitore" n° 7 del 1952
LA MASSIMA ARMONIA QUADRATICA
Importanza del "fattore
45"
Il riconoscimento delle correlazioni
armoniche nelle estrazioni numeriche è un fatto indiscutibile e costituisce una
delle vie principali, forse la vera strada maestra, su cui deve procedere
l’indagine e l’analisi statistica. Un aspetto di grande interesse dell’armonia è
quello che riguarda le formazioni quadratiche. Il Quadrato Fab, da me scoperto,
rappresenta la sintesi di lunghi studi, osservazioni e controlli e si manifesta
proprio nelle formazioni quaternarie distinte da particolari caratteristiche. Si
tratta di 4 numeri, cioè 2 coppie di numeri, fra i quali si verificano le
seguenti condizioni: poste le due coppie l’una sotto l’altra, in modo da formare
un quadrato, si ha che: le distanze orizzontali risultano uguali; le distanza
verticali risultano uguali; le distanza incrociate, o diagonali, risultano
puramente uguali. Inoltre: risultano uguali perfino le somme orizzontali e le
somme verticali. Si riscontra dunque una correlazione armonica a 5 dimensioni.
Ma le condizioni essenziali per aversi tale massima armonia quadratica è che
intervenga il fattore ordinativo 45; ossia che le differenze diagonali siano
rappresentate dal numero 45: Eccone subito un esempio:
80-15
60-35
Differenze orizzontali 25; diff.
Verticali 20: diff. Diagonali 45 (somma delle tre differenze
90)
Somme orizzontali 5; somme
verticali 50; (differenza delle due somme: 45)
Qual è la utilizzazione pratica di
queste formazioni quadratiche di massima armonia? Consiste nel rintracciare,
anche fra due ruote, l’uscita successiva o contemporanea di due coppie aventi le
suddette caratteristiche. L’ultimo numero del quadrato, cioè il secondo elemento
della seconda coppia, tende a riprodursi in brevissimo ciclo di estrazioni in
una delle due ruote. E’ importante che i due numeri di ogni coppia siano sortiti
in immediata consecuzione; ma la condizione armonica può realizzarsi anche si i
quattro elementi, a due a due, risultano usciti ai medesimi posti, Ne fornisco
qui un esempio di recente verificazione, facendo però notare che si tratta di
una formazione di tipo speciale: le due somme uguali sono quelle orizzontali e
quelle diagonali.
Ecco gli
elementi:
3 gennaio 1959-Firenze 82
18
7 febbraio 1959.Cagliari 37
63
A Cagliari il 63, ultimo numero del
quadrato, si è riprodotto in data 7 marzo, cioè a distanza di 4 settimane.
FABARRI, tratto da "IL CALCOLO
VINCITORE N° 4 del 1959"
ESEMPI DI ARMONIA
QUADRATICA
Il quadrato FAB è una struttura
tipica di 4 elementi aventi le seguenti caratteristiche:
In tal caso si ha il quadrato
armonico, di cui ecco un esempio:
15 24 69 40 |
DIFFERENZE
0. V. D.
9 36 25
29 16
45
20 20
20
|
Per l’utilizzazione pratica di
questa legge, nei casi in cui il quadrato non presenta il differenziale
armonico, esistono vari criteri operativi, mediante i quali si ottiene la
mirabile armonizzazione quadratica, e la conseguente individuazione dell’ambo
secco in breve ciclo di estrazioni.
Trascrivo oggi per la prima volta
qualche esempio pratico di applicazione, che serve ad illustrare le
straordinarie virtù armoniche dei numeri e le sorprendenti possibilità del
calcolo quadratico.
I
16 giugno
'62
CA 52 32 FI 21 7 |
DIFFERENZE
0. V. D.
20 31 45
14 25
11
6 6
34
|
Il criterio usato per la rettifica
armonizzante è il seguente: si lasciano inalterati gli elementi 52 e 7 (aventi
la differenza diagonale 45) e si modificano gli altri due con numeri
corrispondenti alla differenza orizzontale già registrata, ma in senso inverso.
Così l’armonizzazione presenta due soluzioni:
a) 52 72 (differenza
20)
b) 83 7 (differenza
14)
Con l’esito dell’ambo 52 72 sortito
a Napoli a distanza di 8 settimane si verifica il quadrato
armonico:
52 72 83 7 |
DIFFERENZE
0. V.
D.
20 31 45
14 25
39
6 6 6
|
II
16 luglio
'62
BA 5 44 PA 41 50 |
DIFFERENZE
0. V.
D.
39 36 45
9 6
3
30 30 42
|
applicando il medesimo criterio di
rettifica, si trovano le due seguenti soluzioni: 5-56 e
50-59.
L’esito dell’ambo 50-59 a Palermo
alla 10^ settimana armonizza il
quadrato:
5 44 59 50 |
DIFFERENZE
0. V.
D.
39 36 45
9 6
15
30 30 30
|
FABARRI, tratto da
"IL CALCOLO VINCITORE" n° 1 del 1963
TEORIA E PRATICA
ESTRAZIONALE
IL VALORE MEDIO O
"MEDIOVALORE"
La successione dei sorteggi al Lotto
segue (come è noto) il filo conduttore, per così dire, delle varie leggi
regolatrici. La teoria del calcolo probabilistico stabilisce e detta i principi
ed i criteri che devono necessariamente presiedere a qualsiasi ricerca o studio.
La statistica, che è in fondo la pratica estrazionale non fa che rispecchiare la
verità del calcolo matematico e fornirne la più convincente dimostrazione. Su
questa base inderogabile, se noi vogliamo conoscere un dato valore che serva ad
orientarci in una determinata ricerca, dobbiamo quindi far capo innanzi tutto
alla teoria, ossia alla matematica. La domanda è questa: qual è il valore medio
di ogni sorteggio, cioè di ogni numeri estratto? La matematica ci dice che è
45,5; applicando il concetto ai 5 numeri di un’estrazione, si ha dunque che il
valore medio corrisponde a 45,5 x 5 = 227,50. Logicamente, se ci riferiamo ai 10
numeri che compongono le estrazioni di due ruote, abbiamo che il valore medio
complessivo è dato da 45,5 x 10 = 455. Di conseguenza: se un’estrazione completa
di due ruote ha come valore medio 455, il "mediovalore" per due successive
estrazioni sarà 455 x 2 = 910. Da questa premessa è possibile passare ad una
interessante applicazione di controllo e previsionistica. E’ necessario però
considerare attentamente che, come il valore medio di una estrazione completa
binaria è 910, così il mediovalore singolo, cioè per estratto, è 910: 10 = 91. E
poiché la legge dell’equilibrio produce la tendenza alla manifestazione dei
valori medi 8° medio-teorici), e ne deduce facilmente che, se il mediovalore di
un’estrazione è, poniamo, 38, le successive estrazioni riveleranno la tendenza a
produrre il mediovalore 53, che risulta dalla differenza fra 91 e 38. Per meglio
dire, vi sarà una estrazione portante il mediovalore 53, che è integrativo del
38 rispetto al coefficiente 91. Praticamente, ecco un esempio: estrazione del 12
gennaio 1963:
Torino:
53 46 37 42 25 somma
203
Venezia:
66 37 89 24 38 somma
254
somma totale 457
mediovalore
45,7
arrotondato in
46
Per quanto è stato detto, poiché il
n. 46 è presente nella detta estrazione, in una successiva estrazione si prevede
la produzione del medio valore 45, integrativo del 46. Infatti all’estrazione
del 19 gennaio sortì il 45 a Venezia. Naturalmente bisogna stare bene attenti:
per attendere il mediovalore integrativo occorre che il valore medio di
partenza, cioè dell’estrazione presa in esame sia effettivamente sortito in
detta estrazione. Altrimenti, bisogna aspettare che sia sorteggiato e solo
allora comincia ad essere valida la previsione che si presenti l’integrativo.
Ecco un esempio di questo secondo caso:
Estraz. Del 19 gennaio
1963:
Bari: 82 65 60 21 74 somma
302
Cagliari: 76 50 22 28 somma
211
somma totale
513
mediovalore
51
integrativo richiesto
40;
ma siccome il 51 non era presente,
bisognava attendere la sua comparsa, che si aveva il 9 febbraio. Da tale momento
era lecito prevedere il sorteggio del 40, che infatti veniva estratto la
settimana successiva a Bari. La manifestazione del fenomeno si ha
prevalentemente, com’è logico, nei casi in cui il mediovalore risulta presente
nell’estrazione presa a base del calcolo. Ciò non capita spesso; ma con una
paziente analisi non è difficile rintracciare gli esempi che interessano.
Bisogna inoltre attenersi possibilmente ai valori precisi o quasi, quelli cioè
nei quali la divisione della somma totale per 10 fornisce risultati molto
approssimati al valore intero che si deve assumere come mediovalore. Si tratta
di un aspetto nuovo per la maggior parte dei lettori; per cui, prima di passare
all’applicazione pratica, si consiglia e si raccomanda di comprendere ed
apprendere in modo ben chiaro tutto il procedimento. Le applicazioni del
procedimento stesso possono essere svariate, trovando campo e materia, per es.,
nei gruppi di determinati, ovvero in rapporto alle decine, cadenze e figure per
la sorte dell’ambo. In altro articolo mostrerò i criteri che dovrebbero essere
adottati per la ricerca di previsioni relative all’ambo.
FABARRI, tratto da
"IL CALCOLO VINCITORE" N° 8 del 1963
LE DISTANZE METRICHE
(O MISURE)
Con questo articolo mi accingo ad
illustrare un aspetto molto interessante delle meravigliose leggi che presiedono
all’Ordine dei numeri; leggi in gran parte ancora sconosciute agli appassionati
del Lotto, ma la cui presenza è tuttavia vagamente intuita ed avvertita da non
pochi intenditori e ricercatori. Le distanze metriche costituiscono un fattore
di estrema importanza strutturale ed evolutivo nel mirabile tessuto armonico
delle estrazioni. Per esigenze di brevità devo limitarmi ad alcune spiegazioni
più essenziali, che riusciranno a di utile guida per lo studioso. Distanza
metrica è la differenza che passa fra due numeri, sempre contenuta nel massimo
di 45; può chiamarsi anche distanza circolare (e si tenga presente che, quando
la differenza naturale supera 45, dev’essere ridotta alla cifra che si ottiene
sottraendo da 90 la differenza stessa. Esempio: misura fra 2 e 70=68=22, perché
90-68=22).
I – Considerate due coppie di numeri
con misure uguali, se la misura fra 1° e 4° elemento è uguale a quella fra 2° e
3°, l’ultimo numero del gruppo tende a riprodursi nel giro di pochissime
estrazioni. Se fra le coppie prese in esame sussistono anche altri elementi
ordinativi, come uguaglianza di decina, di figura, di cadenze, ecc., si verifica
con grande probabilità la produzione dell’ambo nella quartina in breve ciclo
estrattivo. Ecco qualche interessante esempio:
16 giugno 1962:
CAGLIARI 37 59 misura
22
PALERMO 13 81 misura
22
Misure interne: 37 - 81 =
44
13 - 59 = 44
Dunque il gruppo risulta
ordinato.
Esito: in data 21 luglio ( 5^
settimana) si ebbe a Palermo il terno 13, 37, 81.
14 luglio:
MILANO 68 72 misure
4-1
FIRENZE 73 69 misure
4-1
Esito: a Milano 69 alla 4^
settimana
27 ottobre
BARI 66 19 misure
43-10
ROMA 9 56 misure
43-10
Esito: Bari 56 (ultimo elemento)
alla 5^ estrazione;
Bari 9-19, ambo, alla 9^
estrazione.
Ed ecco ora due casi d’attualità dai
quali emergono previsioni di palpitante interesse:
1 dic. 62 NAPOLI 14 26 misure
12-30
BARI 56 44 misure
12-30
(Ancora senza
esito)
5 gennaio 63 MILANO 3 26 misure
23-20
12 gennaio 63 BARI 46 23 ordine in
cadenza
Alla 1^ settimana, cioè il 19
gennaio, è uscito a Milano l’ambo 3-46, ma la riproduzione dell’ambata si può
ritenere ancora valida, dato che l’ultimo numero della quartina, 23, corrisponde
alla misura base (23), e in casi del genere la probabilità si dimostra
particolarmente elevata.
FABARRI (tratto da "IL CALCOLO
VINCITORE N° 2 del 1963)
NUOVI RITROVAMENTI
ARMONICI
IL VINCOLO DIFFERENZIALE 90 E LA SUA
SORPRENDENTE EFFICACIA
Gli studiosi di lottologia sanno che
le estrazioni non avvengono a caso e che un tessuto di legami e rapporti, ancora
in gran parte sconosciuti, è per così dire il sottofondo armonico dei numeri e
dei loro avvicendamenti. Un incessante lavoro di ricerca, analisi e
interpretazione ha posto in luce, attraverso decenni e forse secoli, alcuni
principi fondamentali e alcune leggi generali che presiedono allo sviluppo della
corrente estrazionale, dando luogo ad un complesso di manifestazioni e fenomeni.
Sono stati compiuti passi di notevole importanza e gli sforzi sono tesi verso il
progresso. Ogni tanto capita al ricercatore impegnato e serio di scorgere
elementi e connessioni che, per la loro assidua e frequente manifestazione,
assumono particolari significati e fermano l’attenzione dei competenti. E’
questo il caso di un nuovo ritrovamento che, come è detto nel titolo del
presente articolo, riguarda la disposizione armonica dei numeri e vale a
conferire un’ulteriore conferma al principio generale del mirabile ordine delle
estrazioni e delle riproduzioni. Si tratta del vincolo differenziale 90,
costituente un importante fattore di "chiusura" quadratica e che manifesta una
sorprendente efficacia previsionistica. Eccone le caratteristiche. Si tratta di
4 numeri (preferibilmente scelti fra due ruote contigue, come Bari-Cagliari,
Roma-Torino e simili) disposti in forma di quadrato, ossia due ambi i cui
elementi occupano le medesime posizioni. Quando le 4 differenze che intercorrono
fra questi 4 numeri, calcolate in tutti i sensi, assommano a 90, si realizza uno
speciale vincolo in virtù del quale il gruppo quaternario stesso tende a
riprodurre l’ambo entro un ciclo di estrazioni breve, spesso brevissimo, per
tutte le ruote. L’efficacia del vincolo 90 si dimostra maggiore nei casi in cui
fra le quattro differenze vigono rapporti di ordine. Molte volte, si noti bene,
e specialmente nei casi con elementi più ordinati, si vede la riproduzione di
uno dei due ambi fondamentali della formazione. Ne riporto qui di seguito
qualche interessante esempio.
I
5 Gennaio 1963:
Genova | 89-49 |
Milano | 3-26 |
differenze: 40 (fra 89 e 49), 23
(fra 49 e 26), 23 (fra 26 e 3), 4 (fra 89 e 3)
somma delle differenze:
90
40+ 23 + 23 + 4 =
90
Si noti che queste differenze
presentano due elementi in figura 4 e due in figura 5, ed hanno anche un
elemento ripetuto).
Esito: Napoli 49-26 alla terza
estrazione; Milano 89-26 alla 6^ settimana.
II
9 Marzo 1963:
Genova | 43-41 |
Milano | 53-8 |
differenze: 2 + 33 + 45 + 10 =
90
Esito: Napoli 8-53 (ambo di base)
alla I settimana
III
9 Marzo 1963:
Roma | 53-13 |
Torino | 59-61 |
differenze: 40 + 42 + 2 + 6 =
90
Esito: Cagliari 13-53 (ambo base)
alla 3^ settimana.
IV
9 Marzo 1963:
Torino | 54-59 |
Venezia | 42-3 |
differenze: 5 + 34 + 39 + 12 =
90
Esito: 3-42 (ambo base) a Firenze
alla 2^ settimana.
Come si vede dagli esempi riportati,
il vincolo 90 produce risultati meritevoli di grande attenzione. Naturalmente è
consigliabile selezionare fra i tanti casi possibili quelli nei quali si
rilevano fattori ordinativi. Occorre pazienza e precisione; ma il lavoro, come
sempre, trova l’adeguato compenso nell’esito vittorioso.
FABARRI, "Il Calcolo vincitore" n° 5
del
1963
L’AMBO BINARIO COME BASE DI
PREVISIONE
Premessa: matematicamente, cioè in
conformità ai dati del calcolo delle probabilità, la somma di due numeri tende a
formare il valore 91. In altri termini, le coppie o ambi che si possono formare
coi 90 numeri del Lotto presentano la somma media di 91. Se però noi operiamo il
"fuori 90" (il che significa sottrarre 90 da tutte le somme superiori a tale
cifra), troviamo che la somma media di due numeri non è più 91, ma 45. Di
conseguenza, il totale di due somme dà in media il valore 90 (45 + 45). Non è il
caso d’insistere su questo principio, dal momento che a chiunque è possibile e
del resto facilissimo verificarne in pratica la verità, teorica e quindi anche
effettuale. Questa premessa era necessaria, soprattutto per coloro che, non
essendo abbastanza esercitati in tal genere di calcoli, potevano trovare qualche
difficoltà nella comprensione di quanto andrò ad esporre qui di seguito. Ed
eccoci all’argomento tecnico-lottistico. Si nota agevolmente che con una
notevole frequenza in una medesima estrazione si presenta qualche ambo
contemporaneamente in due ruote. Orbene, ogni ambo rappresenta, com’è ovvio, una
somma; e nel caso di ripetizione di un ambo tale somma risulta pur essa
ripetuta. Possiamo anche dire che, se si vede l’ambo 51 12, si vedo nello stesso
tempo la somma 63, ed è evidente osservare che ognuno dei due elementi che lo
formano ha dato luogo alla somma 63. Per il principio sopra esposto, dovendo il
totale di due somme formare in media 90, ciò vuol dire che noi possiamo
legittimamente attenderci che la somma 63 sia seguita dalla somma 27, appunto
per raggiungere il totale di 90. Aggiungiamo: se il n° 12, come il n° 51, ha
formato una somma 63, ognuno di essi, o almeno uno di essi tende a formare in
seguito una somma integrativa 27; e ciò in maniera più probabile per il fatto
che l’ambo, e quindi i due elementi stessi, sono stati estratti due volte
insieme, e contemporaneamente. L’osservazione statistica mostra che tale
tendenza è non solo teorica, ma benanche rispondente nella pratica estrazionale;
e non potrebbe essere diversamente. Diciamo in conseguenza che, ogni volta che
si presenta un ambo ripetuto, è facile che almeno uno dei suoi componenti si
presenti successivamente, e a breve distanza, insieme con un altro numero tale
da formare la somma integrativa di quella registrata con l’ambo ripetuto. Nel
caso ipotizzato, che è realmente avvenuto con l’estrazione del 20 aprile
(Cagliari e Milano), è chiaro che essendosi formata la somma 63, poteva
attendersi la somma 27 formata con ognuno dei due numeri. Per comporre 27, il 12
dovevasi accoppiare con 15, e il 51 con 66. In data 1 giugno si aveva infatti
alla ruota di Firenze l’ambo 51-66. E’ però bene avvertire subito che talvolta i
due numeri necessari per formare il totale 90 possono accoppiarsi in modo
incrociato, ossia nel caso il numero richiesto dal 12 potevasi unire col 51 e
viceversa quello richiesto dal 51 potevasi unire col 12. E vediamone subito un
altro esempio. Estrazione del 18 maggio: Napoli e Venezia 1-60; somma 61, quindi
si dovevano attendere i numeri 28 e 59 (infatti la somma integrativa doveva
essere 29, e per formare questo numero occorreva il 28 da aggiungere all’1
oppure il 59 da aggiungere al 60). Esito: Firenze 28-60 alla 7^ settimana, e
1-59 a Napoli alla 8^ settimana (come si vede, entrambi incrociati). Altro
esempio interessante: estrazione del 20 luglio- Milano e Venezia 59-13; somma
72, somma integrativa 18. Quindi occorrevano gli elementi 49 per il 59, e 5 per
il 13. Alla quarta settimana, cioè il 17 agosto, si aveva infatti l’ambo preciso
5-13 a Napoli. C’è da aggiungere, e la cosa non può certo meravigliare, che i
due numeri ricavati col calcolo di cui abbiamo parlato hanno notevole facilità a
presentarsi per la sorte di ambata nelle ruote in cui è stato estratto l’ambo
ripetuto. Nei casi riportati ad esempio, si sono avuti a riguardo i seguenti
esiti: per l’ambo 51-12, che richiedeva i numeri 15 e 66, è sortito il 66 a
Cagliari alla 2^ settimana; per l’ambo 1-60 di Napoli e Venezia, si è registrata
l’uscita del 59 a Napoli alla 6^ estrazione; e per il terzo caso (ambo 13-59) si
e avuto il n° 49 a Venezia alla 4^ estrazione. Ogni lettore può esercitarsi
nella verifica dei fenomeni descritti, che si prestano ad osservazioni e
previsioni interessanti.
FABARRI, tratto da
"IL CALCOLO VINCITORE" n° 9 del 1963
Le meraviglie del
calcolo
IL COEFFICIENTE MEDIO
INTEGRATORE
La
struttura dei rapporti numerici riserva sempre, all’attento ricercatore,
meraviglie e sorprese senza limiti. Questa volta presentiamo all’attenzione dei
lettori, e specialmente degli studiosi, un curioso ed interessante aspetto delle
relazioni fra i 90 numeri del Lotto. Si tratta del cosiddetto "coefficiente
integratore medio", di cui spieghiamo brevemente il significato e la
consistenza. Sappiamo che la somma media di due numeri, cioè di una coppia (o
anche di un ambo), corrisponde al valore 91, e che il valore medio della
differenza è espresso da 30. Ciò porta la conseguenza che i valori somma e
differenza (S. e D.) relativi a due coppie corrispondono a 182 e 60
rispettivamente. Orbene: operando la somma fra 182 e 60 abbiamo 242; dividiamo
questa somma per 2 ed otteniamo 121; facciamo infine la differenza fra 182 e 121
ed abbiamo 61. Questi due risultati: 121 e 61 costituiscono (e per esigenza di
brevità non ci dilunghiamo ad illustrare il fondamento matematico di questo
procedimento) quello che abbiamo denominato coefficiente integratore medio, che
per brevità indichiamo con le lettere CM. E vediamo ora come esso può essere
utilizzato praticamente. Data una coppia qualsiasi (avente la condizione che il
maggiore dei due elementi deve essere superiore a 30, ovvero che il minore sia
inferiore a 61), si operi come segue. Scritta la coppia in linea orizzontale, si
scrive sopra di essa il CM., avendo cura di porre il 121 sopra l’elemento
maggiore e 61 sopra il minore. Indi si eseguono le sottrazioni fra i termini del
CM e quelli della coppia: le differenze costituiscono una coppia che,
teoricamente, tende a presentarsi nelle estrazioni successive, almeno per la
sorte di ambata.
I° esempio: dal 6 luglio
1963:
GENOVA 37
7
Operazione:
121-37 = 84
61-7 =
54
alla settimana seguente uscirono a
GENOVA 84 54!
II° esempio: 15 giugno
1963:
NAPOLI 46 66
Operazione:
121-66 =55
61-46 =
15
che
uscirono insieme dopo due estrazioni a Napoli. Diciamo subito, naturalmente, che
l’esito dell’ambo secco si produce di rado, e la cosa è più che logica. Vale
tuttavia osservare che l’esito dell’ambata si presenta invece con una frequenza
degna di attenzione e di studio.
6 luglio – TORINO: 51-67; applicando
il CM si ha 10-54. Esito: 10 alla 3^ settimana
15 giugno – BARI : 33- 83 Operazione
28-38. Esito 28 alla 2^ settimana
22 giugno – TORINO: 21-54 Operazione
40-67. Esito 67 alla 2^ settimana
22 giugno – PALERMO: 79-59.
Operazione 42-2. Esito 42 alla 4^ estrazione.
L’effetto e il valore
del C.M. devono essere messi in relazione con i fattori evolutivi delle
estrazioni, e del resto sarebbe ingenuo pretendere che la semplice operazione da
noi descritta offra di per sé sola la chiave miracolosa. Il coefficiente C.M.
dev’essere oggetto di studio accurato e profondo, poiché la sua efficacia più
importante, soprattutto pratica, si nasconde e si articola in rapporti selettivi
e in formazioni speciali, che noi in parte abbiamo individuato e sui quali
proseguiamo l’indagine e l’analisi. A titolo di esempio, consigliamo il lettori
più competenti e avveduti a prendere in attento esame i casi nei quali i termini
della coppia base hanno per differenza 60. Si vedrà facilmente che
l’applicazione del C.M. genera un solo numero ripetuto, che spesso si riproduce
con sorprendente celerità. E ciò può costituire già un dato di particolare
interesse per gli studiosi che intendano approfondire l’argomento. Gli aspetti e
le forme applicative presentano una gamma vastissima e complessa; e questo
articolo, che svela per la prima volta l’essenza del coefficiente C.M., vuol
essere un contributo alle ricerche più progredite nel campo lottistico e un
incentivo a più fruttosi risultati.
Fabarri (tratto da
"Il Calcolo Vincitore" n° 11 del 1963)
PROGRESSI DELLA TECNICA DI
PREVISIONE
Con l’articolo del mese di maggio ho
presentato ai lettori l’interessante fenomeno che riguarda il vincolo
differenziale 90. Oggi mi accingo, dopo accurati studi e controlli, ad
illustrare un criterio di applicazione che può offrire risultati pratici di
notevole portata. Il punto di partenza è questo: poiché il vincolo diff. 90 si
verifica con forte frequenza, e poiché qualsiasi coppia è suscettibile di
formare con un’altra coppia il differenziale stesso, vediamo se e com’è
possibile prevedere gli elementi idonei a costituire appunto il quadrato
vincolato. In parole più semplici, il problema consiste nell’individuare,
mediante uno speciale calcolo, una (o più coppie) di futura estrazione tale che,
collegata con una coppia base, dia luogo al differenziale 90. Dico subito che la
soluzione di questo allettante problema esiste e presenta, com’è logico, non
poche difficoltà. Sono in grado, tuttavia, di mostrare la reale efficacia di un
primo criterio, scaturito da un attento lavoro di osservazione e controllo
statistico. Tralascio la teoria e passo direttamente agli esempi
pratici.
I
caso
Si scelga una coppia con differenza
pari, e preferibilmente con indice 20-24-26-28.
Es.: sull’estrazione del 4 maggio
1963:
MILANO – 25-51; differenza
26.
Si opera come segue. Si calcola la
metà della diff. 26, che è 13 e si dispone sotto al primo termine (25) il numero
che risulta applicando la differenza 13 in diminuzione. Questo numero sarà 12.
Si rifletta ora che le differenze finora presenti sono 26+13=39 e quindi, per
raggiungere il complesso di 90, occorre calcolare altre due differenze la cui
somma sia 51 (perché 39 + 51 = 90). Ed ecco la seconda operazione: sotto al
secondo termine dell’ambo base si pone il numero che risulta applicando ad esso
la differenza 26 in aumento. E’ chiaro che si ottiene 77. Disposti i quattro
dato, cioè le due coppie in due linee orizzontali:
25 51
12 77
calcoliamo le 4 differenze, (prima
le orizzontali, poi le verticali) e troviamo: 26, 25, 13, 26 la cui somma è
appunto 90. Il quadrato risponde alla caratteristica voluta e pertanto, per
ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare, se ne deduce la previsione che esso
si realizzi, ossia che venga estratta la coppia calcolata: 12 77. L’esito
avvenne alla 5^ settimana per la ruota di ROMA. Si tenga presente però che
l’esito si verifica generalmente in una rosa di 5 ambi, quanti cioè se ne
formano combinando ciascuno dei due elemento trovati con i vicini dell’altro.
Nel caso riportato le cinque combinazioni erano: 12-77 12-76 12-78 11-77
13-77.
II
esempio
Estrazione del 23 febbraio
1963
GENOVA 46 70 differenza
26
Operando in modo uguale al caso
precedente si ottiene il quadrato seguente:
46 70
a) ogni estratto dev’essere sommato con quello che
lo segue nell’estrazione, sempre con la regola del "fuori 90". Di conseguenza in
ogni ruota si formano 4 somme;
b) messe a confronto due coppie aventi la medesima
somma, si nota che la differenza degli elementi esterni ( 1° e 4°) è uguale a
quella degli elementi interni (2° e 3°);
c) le due coppi prese in esame devono occupare
posti successivi, se appartenenti alla medesima estrazione; tale requisito non
interviene quando le coppie sono prese da differenti
estrazioni;
d) quando fra gli elementi delle due coppie in
esame sussistono particolari dati ordinativi (parziale uguaglianza di decina,
figura o finale), il secondo elemento della seconda coppia, ossia
l’ultimo della formazione, tende a ripetersi, entro le tre successive
estrazioni, per la medesima ruota in cui è comparso, ovvero, ma con minore
frequenza, nella ruota abbinata, quella contenente la prima coppia della
formazione.
2) nel rigo successivo ripeto due volte i termini dell’estrazione successiva;
3) eseguo prima la somma dei termini della prima cinquina ed ho i derivati di somma;
4) di seguito eseguo la somma dei termini della seconda cinquina ed ho i derivati di differenza.
B. BRANDI, "Il Calcolo Vincitore" n° 3 del 1952
34 4 con le differenze 24, 30, 12,
24, totale 90.
La coppia prevista era dunque 34 4.
L’esito si verificò con l’uscita dei numeri 33 35 4 alla ruota di GENOVA dopo 6
estrazioni.
III
esempio
Estrazione del 28 settembre
1963
CAGLIARI 41 67, diff. 26. Operando
come sopra si trova la coppia 28 3. L’esito si ebbe dopo 3 settimane con
l’uscita dell’ambo 29 3 a VENEZIA. Si osservi che formando il quadrato con
l’ambo base e l’ambo sortito, il vincolo differenziale 90 era parimenti attuato,
e precisamente con le differenze 26, 26, 12, 26, la cui somma è 90. Da notare
che l’indice 26 era rappresentato 3 volte. Ciò può indurre a considerare che sia
preferibile quando possibile, di selezionare fra le varie soluzioni quelle in
cui la differenza base si riproduce il maggior numero di volte. La trattazione
continua al prossimo numero.
Fabarri, tratto da
"Il Calcolo Vincitore" n° 12 del 1963
Un nuovo
rilevamento
LA TRIADE
Abbiamo osservato più volte che il
grande tessuto delle estrazioni si compone di svariatissimi elementi e si
presenta con aspetti e forme che, considerate nel loro insieme, attuano e
realizzano attraverso il tempo le leggi dell’equilibrio e i complessi
regolamenti delle frequenze e delle medie. Nel continuo lavoro di ricerca di
interpretazione dei fatti estrazionali, lo studioso non deve quindi trascurare
nessuna via e nessun tentativo, che possa condurre a conclusione e risultati;
ciò, sia dal punto di vista statistico, sia da quello che riguarda la pratica
speculazione. Sotto tale impostazione, che sicuramente viene condivisa da
innumerevoli ricercatori, noi abbiamo ultimamente posto l’attenzione su di uno
speciale aspetto di quel fenomeno generale che si può denominare "riproduzione
tendenziale". Si tratta dunque di un nuovo rilevamento statistico, che concerne
un particolare rapporto fra tre numeri e il loro modo di presentarsi; chiamiamo
"triade" questo tipo di raggruppamento, e diciamo subito che esso mostra
spiccatamente la tendenza a riprodursi in breve ciclo di estrazioni. Eccone la
caratteristica fondamentale. La triade e composta da tre numeri, usciti in una
medesima estrazione, di cui il secondo rappresenta la somma o la differenza
degli altri due.
I esempio: estr. 6 luglio 1963 –
NAPOLI: 33 48 81 (il centrale 48 è la differenza fra 33 e 81) e, come si vede,
l’ordine è ascensionale; la settimana successiva si ebbe la riproduzione
dell’ambo 33-48 per la ruota di ROMA.
II esempio: estr. 3 agosto 1963-
ROMA: 30 86 56 (in questa triade il centrale costituisce la somma degli altri
due elementi. Esito: ambo 56-86 a TORINO alla 5^ settimana.
II esempio: estr. 27 luglio 1963-
BARI: 15 4 11 (il centrale ha il valore di differenza). Esito: BARI 11 alla
seconda estrazione.
IV esempio: estr. 21 settembre-
FIRENZE: 16 31 15 (il centrale e somma degli altri due). L’esito fu la sortita
del 15 a FIRENZE alla quinta settimana e contemporaneamente dell’ambo 15-15 pure
a FIRENZE.
V esempio: estr. 19 ottobre:
CAGLIARI: 6 21 27 (ordine ascensionale, con differenza centrale). Esito:
ROMA 6-21 alla II estrazione.
VI esempio: estr. del 10 ottobre:
CAGLIARI: 21 27 48 (ordine ascensionale e differenza centrale). Esito: 21-48 a
TORINO alla 5^ settimana.
Si noti che la triade di CAGLIARI 6
21 27 è stata sottolineata in quanto in essa, oltre al rapporto generale che
abbiamo enunciato si verifica anche il rapporto differenziale tra le figure
(6-3-9) e quello fra le unità di cadenza (6 1 7). Questo tipo costituisce
appunto un segno selettivo, in base al principio tante volte costatato che i
complessi maggiormente ordinati tendono a riprodursi con più elevata frequenza;
ed infatti si rileva agevolmente che tale tipo di dimostra specialmente attivo
nel ripresentarsi. Abbiamo visto dunque che la triade si riproduce molto spesso,
in breve ciclo, o con la ripetizione dell’ultimo suo elemento nella medesima
ruota (ruota base), ovvero con la sorte dell’ambo per tutte le ruote. Si osservi
però che, nella maggior parte dei casi, la riproduzione dell’ambo avviene con la
presenza dell’elemento centrale, ossia mettendo in gioco soltanto i due ambi che
esso genera con gli altri termini. Si tenga presente perciò che, agli effetti
pratici, l’esito ha una forma alternativa, per cui, verificandosi la ripetizione
dell’ambata, conviene trascurare il gioco dell’ambo e viceversa. Va ancora
notato che, non poche volte, la triade si riproduce per la sorte dell’ambo nella
stessa ruota base; e ciò naturalmente si verifica più spesso per le triadi
scelte o selezionate, di cui abbiamo detto sopra. L’esempio quarto avanti
riportato ne è una tipica dimostrazione. E’ naturale che, per cause almeno per
ora sconosciute, la triade una volta individuata, non comporta la certezza
assoluta del successo; ma è chiaro che di questo non dobbiamo dolerci, perché
probabilmente tale fattore di certezza non esiste nel campo di queste ricerche,
che riguardano, come si sa, gli eventi "aleatori". Ma il punto importante ed
essenziale non è questo; ciò che deve veramente importare al lottostudioso
intelligente è il ritrovamento di un tipo di attacco che presenti le più alte
probabilità possibili di risultato pratico, per modo che esso possa costituire
una base di gioco razionale validamente sfruttabile nel suo complesso. E tale
rilievo non sarà mai abbastanza ripetuto, specialmente per coloro che
pretenderebbero dagli studiosi la rivelazione di venti certi, infallibili e per
di più a breve scadenza, o addirittura " a colpo". A nostro avviso, il
rilevamento del quale trattiamo in questo articolo merita di essere seriamente e
attentamente studiato e approfondito, mentre è innegabile che esso contiene già
in sé quel che si dice una materia sfruttabile, s’intende, con giudizio e
accortezza. La triade è di semplice individuazione; ma naturalmente, dovendosi
limitare la ricerca ai tipi selettivi, che offrono il maggiore affidamento,
occorre un esame paziente e preciso di tutti i dati estrazionali, al fine di
trarne fuori i gruppi che realizzano le migliori caratteristiche
ordinative.
FABARRI , da "Il
Calcolo Vincitore" del gennaio 1964
LA CATENA TRIANGOLARE e il
quarto incognito
La ricerca dei rapporti e delle
ragioni arcane che legano i numeri fra loro, e sembrano determinare la
riproduzione di certi elementi o gruppi, non è mai terminata. E’ infatti sempre
possibile rintracciare e individuare qualche nuovo aspetto degli infiniti
fenomeni presentati dalle estrazioni. Il pubblicista informatore ve ne offre
oggi una ulteriore riprova, con la catena numerica. Osservando attentamente il
bollettino delle dieci estrazioni settimanali noterete che ogni tanto, tra i 50
elementi, si mettono in evidenza tre numeri, uno dei quali è la somma degli
altri due. Badate bene che non si tratta della "triade" di cui ci siamo occupati
qualche mese fa. Nel caso di questa "catena" i numeri devono essere disposti fra
due ruote, preferibilmente contigue nel bollettino, in maniera che due di essi
occupino una situazione (1° o 2° o 3° ecc.) e il terzo una situazione
immediatamente vicina. E’ chiaro che questi numeri formano figurativamente un
triangolo; ma se accanto all’elemento isolato disponiamo un altro numero, la
figura si trasforma in un quadrato. Orbene, tale numero, ancora non presente
nell’estrazione, può essere determinato e tende a prodursi proprio nella
situazione, o al posto nel quale avrebbe integrato il quadrato. Vediamone subito
un esempio:
In data 11 gennaio 1964 escono nelle
ruote di Roma e Torino i seguenti numeri:
ROMA
39
TORINO 37
2
come si vede, la catena è generata
dal fatto che il 39 è la somma di 37 e 2; abbiamo un triangolo, che si integra
in quadrato se accanto al 39 poniamo il 35 (che è la differenza fra 37 e 2). Si
tratta appunto del quarto incognito che, logicamente, va atteso per la ruota di
ROMA in una delle posizioni occupate dalla catena (1° e 2° estratto). Alla
settimana successiva usciva proprio a ROMA come II determinato. Il quadrato è
così realizzato e il gioco si esaurisce. Naturalmente, avvertiamo che non sempre
il quarto incognito come sarebbe ben desiderabile si produce nelle medesime
posizioni occupate dalla catena. Accade talvolta che esso si presenti in una
delle prime estrazioni seguenti, ma non determinato In tal caso non conviene
insistere. Ed ecco un esempio di questo tipo.
11 gennaio 1964
BARI
27
CAGLIARI 6
21
(catena nella quale 27 è la somma di
6 e 21) per il quarto incognito prendiamo dunque il 15, che rappresenta la
differenza fra i medesimi elementi. Esito: 15 proprio BARI nell’estrazione
immediatamente consecutiva, ma non a posto. C’è ugualmente da dichiararsi
soddisfatti. Va detto però che non sempre il calcolo del 4° incognito si
presenta così facile e chiaro; vi sono casi nei quali la determinazione di esso
può apparire dubbia o alternativa; consigliamo di trascurare questi casi e di
seguire soltanto quelli più precisi ed elementari. Aggiungiamo inoltre che,
nella generalità dei casi, se il quarto non si presenta in poche estrazioni, ciò
è legato al fatto che in un’altra ruota si è verificata la riproduzione
dell’ambo di catena. Riportiamoci all’esempio di BARI e CAGLIARI e constatiamo
che infatti che in data 14 marzo era uscito a GENOVA l’ambo di base 6-21
(tuttavia il 15 si presentò anche determinato a BARI in data 27 aprile). Vediamo
ora un altro esempio:
11 aprile 1964
GENOVA
46
MILANO 52
5
l’esito fu 57 (quarto incognito di
facile individuazione) terzo estratto a GENOVA alla prima settimana di gioco. Si
noti che il medesimo 57 uscì poi anche II° dopo quattro estrazioni, sempre a
GENOVA. Ultimo esempio:
4 gennaio 1964
ROMA
38
TORINO 18
20
la chiusura della catena era il 2 da
prevedere ai posti 2° o 3°. L’esito fu immediato, con l’uscita del 2 a TORINO al
II° posto. E si potrebbe continuare; ma lasciamo al lettore il compito di
ricercare nel meraviglioso tessuto numerico queste interessanti catene
triangolari che, se scelte con precisione, offrono veramente occasioni
meritevoli della massima attenzione per il loro sviluppo, nell’esito di ambata,
determinato o ambo per tutte. Per finire, diamo ora qualche esempio di
attualità, che invitiamo il lettori a seguire attentamente.
9 maggio |
MILANO ?
77
NAPOLI 86
9
ROMA 9
14
TORINO ?
5
MILANO 46
14
NAPOLI 32
?
da cui le previsioni
seguenti:
MILANO-NAPOLI: 5 primo e
secondo
|
Tutte: 9-86 ambo
ROMA-TORINO: 23 quarto e
quinto
|
Tutte: 9-14 ambo
MILANO-NAPOLI: 18 quarto e
quinto
|
Tutte: 14-46 ambo
Fabarri, "Il Calcolo Vincitore"
giugno 1964
La ripetizione del numero
SPECIALE TECNICA DI
PREVISIONE
Bastano poche nozioni sul calcolo
delle probabilità per sapere che le ripetizioni di un numero in una ruota si
verifica, in media, una volta ogni 18 estrazioni. Con una discreta
approssimazione si può dunque dire che, essendo 10 le ruote, ogni due estrazioni
si deve presentare, in media, la ripetizione di un numero in una qualsiasi
ruota. Ciò dimostra soltanto che le occasioni per questo tipo di previsione non
sono scarse, ma anzi abbastanza copiose. Diciamo però oggi, una cosa nuova,
sulla quale richiamiamo tutta l’attenzione dei lettori, facendo presente che si
tratta di un rilievo che viene portato a conoscenza del pubblico per la prima
volta, proprio con questo articolo. Per spiegarsi la ripetizione del numero
bisogna far capo ai seguenti principi:
La speciale tecnica per prevedere la
ripetizione del numero consiste quindi nel rintracciare, fra due ruote, o anche
nella medesima ruota, due coppie successive, anche in diverse estrazioni,
contraddistinte da eguale somma e che presentino almeno uno dei dati ordinativi
dei quali abbiamo detto. Eccone qualche esempio tratto dalle estrazioni di
quest’anno:
1) Ripetizione di 1° colpo:
27 aprile | ROMA | 44 33 | (somma 77) |
9 maggio | PALERMO | 32 45 |
(somma 77)
|
l’ordine sussiste fra le decine.
Esito: 16 maggio, PALERMO 45.
2) Ripetizione di 1° colpo:
4 maggio | CAGLIARI | 66 76 | (somma 52) |
9 maggio | TORINO | 77 65 |
(somma 52)
|
esito: TORINO 65 alla prima
estrazione.
3) Ripetizione di 2°
colpo:
4 maggio | PALERMO | 86 56 | (somma 52) |
4 maggio | CAGLIARI | 66 76 |
(somma 52)
|
esito: CAGLIARI 76 alla 2^
estrazione
4) Ripetizione di 3° colpo:
27 aprile | CAGLIARI | 77 26 | (somma 13) |
9 maggio | MILANO | 67 36 |
(somma 13)
|
esito: MILANO 36 alla terza
estrazione.
Ed ora qualche previsione
d’attualità:
20 giugno | MILANO | 15 79 | (somma 74) |
20 giugno | BARI | 45 29 |
(somma 74)
|
Previsione: BARI e MILANO 29 ambata
20 giugno VENEZIA 79 19 (somma 89) 20 giugno MILANO 59 30
(somma 89)
Previsione: MILANO e VENEZIA 30 ambata
13 giugno BARI 60 30 (somma 90) 20 giugno BARI 29 61
(somma 90)
previsione: BARI
61 ambata
Nota bene-
Logicamente non tutte
le previsioni del tipo riescono vincenti. Per ottenere i migliori risultati è
conveniente scegliere quelle formazioni che presentino possibilmente più fattori
ordinativi. Come sempre, tocca agli interessati il compito di operare un’accorta
e sagace selezione fra le numerose coppie offerte
all’osservazione.
Fabarri, "Il Calcolo Vincitore" n° 7,
luglio 1964
La grande
illusione
Il
Ritardo
Quello del ritardo è un argomento
sul quale sono stati versati, come suol dirsi, fiumi d’inchiostro; ma al tempo
stesso, sarebbe il caso di aggiungere, a causa del ritardo sono stati anche
versati, ahimè, fiumi di lagrime. E’ ben noto infatti che l’osservazione più
elementare e, potrebbe dirsi, istintiva del giocatore si è rivolta, da quando
esiste il Lotto, la fenomeno della prolungata assenza dei numeri dalle
estrazioni. Questa osservazione ha generato, piano piano, la credenza che i
numeri in ritardo nelle estrazione andassero assumendo col tempo, e
progressivamente, una probabilità di sortita sempre più alta, fino a rasentare,
nei casi di assenza più elevata, una vera e propria certezza. E’ noto parimenti
che per la grande massa dei giocatori, sia al Lotto che alla roulette, l’attesa
dei numeri ritardatari costituisce come l’espressione incoercibile di uno
speciale sentimento-previsione, che si potrebbe chiamare il senso statistico del
ritardo. Quando si è parlato di fiumi di lagrime si è fatta allusione,
naturalmente, ai numerosissimi casi di ritardo che, per essersi prolungati
notevolmente oltre la previsione e l’attesa dei giocatori, hanno cagionato
perdite disastrose, e talvolta perfino la rovina economica dei più ostinati
inseguitori. Il titolo di questo articolo parla chiaro: il gioco sulle
combinazioni in ritardo rappresenta una grande illusione, forse la più grande e
pericolosa illusione che possa dominare la mente degli amatori del Lotto.
L’articolo stesso vuole quindi costituire un salutare richiamo alla realtà delle
leggi matematiche che regolano lo sviluppo dei fatti estrattivi, e vuole anche
essere un fervido invito, per tutti i giocatori, ad aprire bene gli occhi, a
comprendere le ragioni e le leggi dei ritardi, e quindi ad evitare le disastrose
scivolate, che hanno determinato tante delusioni e fatto tante vittime. Bisogna
procedere per ordine e bisogna soprattutto stabilire e ripetere (perché
ovviamente non si tratta di una novità) il concetto fondamentale, che risponde
ad un principio matematico indiscutibile, ed ampiamente confermato dalla
statistica: qualsiasi ritardo, per elevato che sia, è suscettibile di
prolungarsi nel tempo e non esiste nessuna forza capace di impedire tale
prolungamento. Quando si vede un numero pervenuto ad un’assenza, poniamo di 200
settimane, il credere che la sua uscita dall’urna sia imminente, nel senso che
dovrebbe verificarsi in pochissime estrazioni, costituisce una pura e semplice
illusione. Qual è l’origine di questa illusione? E’ presto detto: il fatto che,
da quando esiste il Lotto, il massimo ritardo constatato per un numero ha
raggiunto le 202 estrazioni (si tratta del numero 8 che per la ruota di ROMA
rimase assente dal 1937 al 1941). Ma questo fatto, sia ben chiaro, non ha alcun
valore restrittivo o limitativo nei confronti di tutti i possibili altri
ritardi, potendosi benissimo verificare, da un momento all’altro, che un numero
qualsiasi raggiunga, per esempio, un ritardo di 210-215-220 settimane e anche
più. Ciò è stabilito, senza possibilità di errore, dal calcolo matematico delle
probabilità; e si tenga ben presente il principio basilare che, se finora un
caso del genere non si è ancora presentato, ciò non significa nulla contro la
possibilità che e la probabilità per quanto piccola, che il fenomeno si compia.
Ma ancora più grossolano è l’errore di coloro che, riferendosi sempre ad un
ritardo elevatissimo, lo definiscono "difficile" e quindi lo trascurano e lo
escludono dalle previsioni. Infatti in questo argomento il termine difficile non
ha nessun significato: il fatto che un numero ritardi 20 o 200 settimane non si
può definire né facile, né difficile, per il semplicissimo motivo che la legge
del caso, sovrana regolatrice di tutti in fenomeni estrattivi, non può
incontrare logicamente alcuna difficoltà a produrre, mettiamo, un ritardo di 210
estrazioni per un numero, in confronto ad un altro ritardo, per esempio, di 150
(non si tratta certo di uno sforzo di natura tecnica). Ricordato questo
principio fondamentale, conviene tuttavia avvertire e tener presente che nemmeno
si può chiamare infinito il fenomeno del ritardo, essendovi invece delle leggi
matematiche in base alle quali è possibile calcolare, relativamente ad una
quantità prestabilita di estrazioni, il massimo scarto probabile. Diciamo subito
in proposito che, per quanto riguarda il ritardo del numero singolo in una
ruota, tale limite di probabilità, ricavato da un’apposita formula, si aggira
intorno alle 220 estrazioni.
FABARRI (Il Calcolo
Vincitore n° 8 del 1964)
L’ERRORE DEL
RITARDO
Nell’articolo precedente ho messo in
risalto l’errore essenziale nel quale cadono gli amatori del ritardo, ossia
l’errore di ritenere che quando una combinazione ha registrato un’assenza
prolungata per un elevato numero di settimane questa si debba considerare di
prossima, imminente sortita, in quanto avrebbe accumulato, per così dire, una
forte ed irresistibile carica di probabilità.
Bisogna aggiungere che tutti i
giocatori non forniti di adeguata preparazione in materia si riferiscono sempre,
nel formulare le loro previsioni, al grado statistico dei ritardi, anzi più
propriamente al limite storico di essi, nel senso cioè che tengono presente il
massimo numero di estrazioni per cui è rimasta assente, a loro conoscenza, la
combinazione in esame.
Ora, a tale proposito occorre stare
molto attenti: la cronaca delle estrazioni, in altri termini la statistica dei
fatti estrazionali, ha certamente un valore, che nessuno pone in dubbio. Essa
consente di osservare e conoscere il comportamento delle combinazioni del gioco
nel tempo e pertanto può costituire un fattore di orientamento e di guida utile
ai fini delle previsioni. Ma ciò è vero e valido ad una condizione ben precisa
ed inderogabile, che cioè i fatti presi in esame siano stati controllati per una
quantità di casi elevatissima, dell’ordine, quanto meno, di diecine di migliaia.
Diversamente, i dati raccolti circa il comportamento che interessa possono
essere espressione di scarti casuali e perciò non assumono alcun significato
matematico e probabilistico, risultando del tutto sforniti di qualsiasi valore
utilmente indicativo per il futuro comportamento. E si badi bene che il grosso
equivoco sta proprio qui. Generalmente, di fronte, per esempio, al ritardo di
180 estrazioni di un numero, si crede che il numero stesso sia prossimo ad
uscire, per il fatto che i casi di ritardo superiore a 180 sono stati pochissimi
e quindi ritenendo che la probabilità favorevole sia molto alta. Un corretto
esame statistico richiede invece (e la vera spiegazione non sarebbe troppo
facile) che si controlli precisamente quanti sono stati i ritardi di 180
settimane, quanti tutti i ritardi di grado superiore registrati dalla cronaca
del Lotto fin dall’origine e che si operi poi un calcolo esatto di quanto si
sarebbe speso per giocare tutti i numeri in quella situazione e quanto si
sarebbe ricavato complessivamente. Ma naturalmente ciò non basta; prima di tutto
perché, come detto in precedenza, non resta così osservata la condizione
fondamentale di cui sopra, essendo i casi di 180 estrazioni finora verificatisi
troppo esigui di numero; in secondo luogo perché la possibile altezza del
ritardo non è certo indicata dal massimo che si è finora registrato, ma da un
indice notevolmente superiore, che può essere calcolato con l’applicazione di
speciali formule matematiche in rapporto alla quantità complessiva delle
estrazioni avvenute dall’inizio del Lotto fino ad oggi.
Bisogna pure riconoscere che, se si
avesse una disponibilità di denaro illimitata da impiegare nell’inseguimento
della combinazione fortemente ritardata, il problema sarebbe probabilmente
risolto. Ma è evidente che, di fronte alla percentuale di alea, per quanto
piccola, che resta insita nel tentativo, chi si sentirebbe disposto ad investire
ingenti somme di denaro con la prospettiva di un guadagno, tutto sommato,
alquanto modesto e comunque non proporzionato al rischio?
Per quanto riguarda i ritardi
cosiddetti composti, ovvero la successione immediata di più ritardi di una
medesima combinazione, c’è da fare una particolare considerazione. Sempre
tenendo presente il principio basilare, sul quale non si insiste mai abbastanza,
che non è mai conveniente inseguire la combinazione nel suo ritardo in atto, è
opportuno ed utile calcolare qual è il numero dei punti di deficienza registrati
in complesso; per far ciò bisogna partire dall’estrazione dopo la quale si è
iniziato il primo ritardo e giungere fino a quella con la quale si è risolto
l’ultimo ritardo. Conteggiate così tutte le estrazioni comprese nel periodo, si
divide questo totale per 18 e si viene a conoscere la quantità teorico-media di
sortite che la combinazione in esame avrebbe dovuto avere, e di conseguenza si
conosce anche il numero di punti in meno (deficitari) registrati. Se questo
numero risulta veramente molto alto in relazione alla quantità di estrazioni
considerate, è ovvio che il ritardo composto in esame può assumere un
significato più o meno rilevante agli effetti di una previsione di recupero. E
ciò si ricollega com’è noto alla grande legge dell’equilibrio, in forza della
quale la quantità di sortite dei numeri tendono col tempo a livellarsi. Ma anche
a questo proposito è bene avvertire che non si elimina così facendo il fattore
aleatorio, del momento che nulla vieta che, dopo una successione di ritardi, si
verifichi ancora un altro ritardo di notevole durata.
Perciò, concludendo, è doveroso
ripetere a tutti i giocatori l’invito e la viva raccomandazione a non persistere
nell’errore del ritardo, così come è stato delineato, ad abbandonare
definitivamente la perniciosa illusione di poter giocare vittoriosamente sui
ritardi; perché questa strada è senza dubbio
la più pericolosa, l’unica che assicuri veramente una sola cosa: la sconfitta
inesorabile.
FABARRI (Il Calcolo
Vincitore n° 9 del
1964)
ASPETTI EVOLUTIVI DELLA FREQUENZA
Con l’articolo comparso sul numero
di novembre, il sig. Vittorio Valente (cfr. Rarità da
Collezione-Autori vari) ha intrattenuto i lettori del Calcolo Vincitore su
di un argomento interessante e in verità scarsamente trattato dagli studiosi di
lottologia. Inutile sottolineare l’importanza di questa materia, che non sfugge
certamente ai competenti e a quanti perseguono, con la ricerca e
l’interpretazione dei fatti estrazionali, l’obiettivo essenziale che consiste
nella pratica utilizzazione dei vari fenomeni. Il Valente ha sostenuto, fra
l’altro, rifacendosi del resto all’opinione espressa da alcuni studiosi, che le
manifestazioni della frequenza sono da riconnettersi, in forma conseguenziale,
ai fenomeni dei ritardi. Credo che, genericamente, questa affermazioni sia
incontestabile e, direi, quasi, ovvia. Ma è necessario fare al riguardo due
distinzioni e precisazioni. Prima di tutto, se è indubitabile che la frequenza
alterata di alcuni numeri o combinazioni corrisponde e consegue alla deficienza
di sortite di altri numeri o combinazioni ( in ritardo) , non si può tuttavia
stabilire che qualsiasi grado di frequenza rappresenti un fenomeno interessante
e sfruttabile. Mi sembra perciò più esatto, e in certo senso fondamentale,
limitarsi a prendere in considerazione gli eventi numerici classificabili nelle
"superfrequenze", ossia quelle frequenze che presentano un grado di speciale
accentuazione rispetto agli indici medi dati dalla teoria delle probabilità.
Così, tanto per fare un esempio indicativo, è appropriato chiamare frequenza
sensibile quella di un numero che in un ciclo di 18 settimane risulta
sorteggiato almeno 4 volte, segnando un’alterazione sufficientemente
rimarchevole del coefficiente di probabilità, che nel caso sarebbe 1. Ciò si
rivela tanto più importante, in quanto, com’è noto, i fenomeni di superfrequenza
(fra i quali, si badi bene, vanno compresi anche i casi di frequenza di grado
non molto marcato, ma particolarmente prolungati o tenaci) in forza della legge
di viscosità dello scarto tendono ad evidenziare una certa persistenza, che ne
costituisce il fattore sfruttabile. In secondo luogo, i fatti di frequenza, se
sono generalmente, come abbiamo detto, connessi coi ritardi, assumono un diverso
valore di consistenza e di durata a seconda che siano da riferirsi, come fattore
diciamo, originante, a fenomeni di ritardi di grado medio o invece elevatissimo.
E si capisce che tra i fattori di maggiore considerazione vanno compresi i
cosiddetti ritardi composti, cioè l’insieme dei ritardi consecutivi della
medesima combinazione numerica. Basti pensare al caso di un numero che abbia
registrato, uno dopo l’altro, i seguenti ritardi: 60-55-75-50, per complessive
240 estrazioni, segnando una carenza di sortite di 9 punti (240:18=13,3). Per
quanto riguarda l’aspetto evolutivo specialmente caratteristico per la
generazione delle forti frequenze, ritengo che esso vada ricercato
preferibilmente, non tanto nei ritardi singoli, seppure elevati, ma soprattutto
nel comportamento statistico di carenza, osservando ed esaminando, s’intende,
attraverso lunghe zone estrazionali. Si sa che gli scarti non possono superare
certi limiti e si sa pure, in modo indubitabile, che la corrente estrattiva è
regolata dalla grande legge dell’equilibrio. Perciò è inevitabile che i forti e
prolungati fenomeni di deficienza di sortita siano spesso seguiti da
manifestazioni di frequenza accentuata, e che comunque tendano a produrli. Allo
stato attuale degli studi in materia, è da ritenersi che questa sia la base più
attendibile e fondata per poter prevedere le manifestazioni di superfrequenza.
Darò in altro articolo qualche significativo ed importante esempio statistico e
possibilmente attuale.
Fabarri, "Il Calcolo
Vincitore" n° 12, dicembre 1962
I " CORRISPONDENTI"
Non so se qualcuno abbia parlato dei
numeri corrispondenti o equivalenti; nessuno però ne ha trattato finora con
specifico riguardo alla loro funzione ed importanza pratica. Questa materia è
particolarmente adatta per gli studiosi che amano addentrarsi nelle
manifestazioni più sottili e complesse; ma presenta al tempo stesso un interesse
vivo e diffuso per far cogliere e comprendere alla maggior parte degli
osservatori alcuni aspetti assai importanti della evoluzione numerica, quale si
attua di continuo nel succedersi delle estrazioni. I numeri corrispondenti
(detti anche equivalenti) sono quelli che si differenziano di 45. La
definizione, nella sua estrema semplicità, determina e fissa, come si vede, il
concetto generale per il quale ogni numero ha un proprio corrispondente, il
quale si calcolo addizionando o sottraendo 45 al numero dato. Per gli elementi
compresi da 1 a 45 il corrispondente si trova aggiungendo 45, mentre per quelli
da 46 a 90 si ottiene togliendo 45. Qualche esempio è quasi inutile, data la
chiarezza della definizione. Tuttavia ecco un gruppo di numeri base, con a
fianco i relativi corrispondenti:
5 -->50
12-->57
36 -->81
67 -->22
82 -->37
88 -->43
Vediamo ora di spiegare nel modo più
semplice possibile l'utilità e la funzione più frequente di questo rapporto. E'
opportuno ricordare che ogni somma di due elementi, col metodo del fuori 90,
tende a produrre un'altra somma il cui valore, aggiunto alla prima, integra 90.
E' questo un principio generale, che non è difficile verificare. Se, per
esempio, vediamo i numeri 5 e 38, notiamo che la somma è 43, quindi è in via di
sviluppo una somma 47 (dato che 43+47=90). Questo risultato si può avere
prendendo come elemento base il 5, e in tal caso ci si aspetta il 42 oppure il
50, ed ecco entrare in funzione il corrispondente, al quale si dovrà accoppiare
l'87, che è a sua volta il corrispondente del 42. Le soluzioni sono dunque due
ambi: 5.42 ovvero 50.87, di cui l'uno è sostitutivo dell'altro, in quanto ognuno
ha lo stesso valore somma 47. Naturalmente, bisogna tener presente che se il
numero atteso nella ruota per la somma di sviluppo si presenta subito, cioè in 2
o 3 estrazioni, allora l'esito si può considerare raggiunto. Il più delle volte
invece si vede prodursi uno dei due ambi necessari per una qualsiasi ruota e nel
ciclo di poche settimane. Si badi bene che il fenomeno descritto rappresenta,
come abbiamo detto, una delle funzioni fondamentali e più evidenti dei numeri
corrispondenti; le manifestazioni di questo tipo sono molto frequenti e i quadri
estrazionali ne sono ricchi. Bisogna fare molta attenzione e tenere d'occhio in
modo particolare quei casi nei quali il primo numero base figura estratto in più
ruote: in casi di questo genere lo sviluppo della previsione può comprendere 4/6
ambi; ma indubbiamente i risultati positivi si manifestano più frequenti e
rapidi. A dimostrazione si consideri il seguente esempio:
1 febbraio 1964
|
|
Milano 42-65 | somma 17 |
Napoli 42-61 | somma 13 |
Roma 42-68 | somma 20 |
Per il procedimento che abbiamo
descritto, e che il lettore può agevolmente ricostruire, si articolava la
previsione dei numeri 31 a Milano, 35 a Napoli e 28 a Roma;
gli ambi erano quindi:
42-31 / 42-35 /
42-28
e per i corrispondenti: 87-76 /
87-80 / 87-73
L'esito si aveva alla prima
estrazione con l'uscita dell'ambo 42 35 a Bari.
Ed ecco un caso di ambo ripetuto
alla base, nel quale la previsione assume una speciale importanza:
25 febbraio 1964
|
|
Napoli 25-31 | somma 56 |
Roma 25-31 | somma 56 |
Numero atteso 9;
ambi 9-25 / 54-70;
esito Bari 9-25 alla V^ settimana.
La tecnica di cui ci siamo occupati
è abbastanza chiara e semplice; per cui al lettore accorto non manca possibilità
ed occasione di elaborare qualche interessante previsione. Tuttavia, a maggior
chiarimento e per attuale esempio, segnaliamo un caso che ha per base un ambo
uscito in due ruote contemporaneamente:
30 Gennaio
Milano e Venezia 16-27 (somma
43)
Numero atteso 31
Ambi d’Integrazione 16-31 /
61-76.
Fabarri, "Il Calcolo
Vincitore"- Marzo 1965
L’ORDINE GEOMETRICO O
FIGURALE
Ecco un altro argomento nuovo che,
come tutti quelli che riguardano la
ricerca lottistica, ha la sua importanza. Abbiamo visto, e tutti i
competenti lo sanno, che vige fra i numeri un’armonia, diciamo, quantitativa o
temporale. Abbiamo constatato che questa armonia assume le più svariate forme e
siamo convinti che molto ancora c’è da studiare e rilevare in tale campo. Con
questo articolo mi propongo di mostrare
ai lettori del Calcolo Vincitore un aspetto finora non trattato della
fenomenologia numerica, e si tratta come è detto nel titolo, dell’ordine
geometrico o figurale. Vediamone subito le forme più elementari e semplici. Vi
sono casi nei quali, fra due ruote contigue nel quadro estrazionale, appaiono
tre numeri disposti in forma triangolare e tali che il valore assoluto di uno di
essi rappresenta la somma fra gli altri due. Nei detti casi i numeri devono
essere disposti come segue: due in una ruota ed uno nell’altra ruota presa in
esame, ma sempre in uno dei posti occupati degli elementi della prima ruota.
Attenzione al primo esempio dimostrativo: l’8 febbraio 1958 fra le ruote di
Cagliari e Firenze si presentava la formazione triangolare seguente: Cagliari 19
(A) – Firenze 1(B) 18 (C) nella quale il n° 1 rappresenta la differenza fra 19 e
18. Ora, esso è anche il vertice centrale del triangolo che si delinea
congiungendo i tre numeri tra loro. Poiché la formazione stessa si trasforma in
quadrato se si considera un quarto elemento situato alla destra del 19, il
teorema da me escogitato per i casi di questo tipo dice: se il vertice del
triangolo esprime la differenza fra gli estremi A e C, il vertice ad esso
opposto nella figura quadratica tende a presentare la somma fra i medesimi
estremi. Nell’esempio riportato, il quadrato doveva quindi formarsi col n° 37
(somma di 19 e 18) al V° posto di Cagliari. Ebbene: dopo quattro estrazioni
usciva proprio a Cagliari il numero 37 quinto, realizzando perfettamente il
quadrato previsto. Si noti però che i 37 stesso, che era già presente
nell’estrazione di partenza (Cagliari 71-37-85-19-79), sortì al IV° posto la
settimana successiva, e poi ancora IV° la seguente accompagnandosi col n° 1.
Avviene infatti, e non poche volte, che il numero destinato ad integrare la
figura quadratica compaia come semplice estratto; e in tal caso, poiché esso
viene a realizzare l’integrazione numerica cercata, non conviene oltre insistere
per attendere la sua ulteriore sortita al posto voluto. Qualche volta, il numero
integratore esce insieme con uno dei numeri del triangolo, così da far pensare
alla possibilità di giocare i tre ambi che esso forma, per tutte le ruote (e i
risultati, credo, non sarebbero disprezzabili). Ecco ora un secondo esempio
dello stesso genere. Estrazione del 15 marzo 1958:
Cagliari
|
70
|
66
|
54
|
7
|
9
|
Firenze
|
66
|
11
|
77
|
74
|
73
|
in cui i numeri in rosso formano la figura triangolare. Per
la trasformazione in quadrato occorreva, com’è chiaro, il n° 53, che rappresenta
la somma fra 66 e 77, al terzo posto di Cagliari. Esito: dopo otto settimane
sortì il 53 a Cagliari al 3° posto previsto. Inoltre, si noti che,
nell’ipotizzato gioco per tutte le ruote, si verificava l’uscita dell’ambo 53-77
a Napoli alla 4^ settimana. Certamente, ed è quasi inutile dirlo, le cose non
marciano sempre con la precisione, regolarità e puntualità che abbiamo visto
negli esempi di sopra trascritti. Sarebbe, come si dice, anche troppo bello e
comodo! Ma il fenomeno non è casuale, giacché risponde ad una certa tendenza da
me ampiamente riscontrata. Dati i limiti
dello spazio a mia disposizione, devo restringermi a portare un altro esempio,
per il quale c’è da fare una particolare notazione.
Estrazione di
partenza: 6 febbraio 65
Milano |
59
|
86 | 68 | 19 | 49 |
Napoli | 32 | 38 | 81 | 61 | 68 |
in cui il triangolo è formato
da 19-49-68.
L’integratore
quadratico era l’87, che rappresenta la somma fra 19 e 68. Esito: alla 6^
estrazione successiva si presentava l’87 quarto (cioè nella precisa posizione)
ma alla ruota di Milano, anziché a Napoli. L’evento è da considerarsi ugualmente
valido e probante, dato che, agli effetti della formazione figurale attesa, le
due ruote prese in esame costituiscono, per così dire, un corpo unico, o in
altri termini un unico campo figurale. Dirò ancora che talvolta l’apparizione
del numero, anche fuori posizione, può tardare diverse settimane; ma non è il
caso di scoraggiarsi. Conviene invece studiare attentamente il fenomeno, per
controllare, come più volte mi è accaduto, se l’elemento integratore si
costituito da un diverso numero, e per esempio da quello che esprime la somma o
la differenza tra una coppia diversa. Il lettore vedrà qui di seguito un caso
del genere:
Estrazione 9
gennaio 1965:
Roma |
26
|
29 | 23 | 61 | 36 |
Torino | 14 | 6 | 65 | 21 | 50 |
in cui il
triangolo è dato da 29-23-6.
Qui,
seguendo il criterio indicato all’inizio dell’articolo (che non è l’unico criterio) si poteva prevedere il vertice 17,
cioè la differenza fra 6 e 23. Questo 17
veniva estratto dopo 12 settimane a Roma; ma, se invece si considerava il 52,
che è la somma fra 23 e 29, questo si presentava proprio a Torino a 4 settimane
di distanza. Per concludere, quindi, sulla base di quanto ho esposto, lo
studioso deve approfondire con ricerche e controlli analitici, la materia qui
trattata, al fine di scegliere oculatamente, di volta in volta, il criterio meglio adatto per il
calcolo dell’integratore figurale. Riferendomi ancora all’ultimo esempio, vi
invito a considerare che il 17 esprimeva soltanto la differenza fra i termini B
e C; mentre il 52, oltre a rappresentare la somma fra 29 e 23, dava anche la
somma tra le rispettive figure numeriche (29= fig. 2 + 23 = fig. 5 ; risultato
52= fig. 7) e per questo motivo era forse da preferire.
Fabarri, "Il
Calcolo Vincitore"- luglio 1965
LA FREQUENZA
E’ opinione diffusa fra tanti che si occupano di studi sul gioco del Lotto, che il fenomeno dell’ALTA FREQUENZA non è prevedibile. Una frequenza di sortite superiore alla frequenza normale, essi dicono, si può "vedere" solo dopo che si è verificata, non prima. Ebbene ciò non è esatto. E cercheremo qui di seguito di dimostrarlo. La frequenza si può prevedere! Come si può prevedere per esempio la scadenza di un dato ritardo, si può prevedere l’inizio di una fase di frequenza; beninteso non a scadenza stabilita, ma entro limiti determinabili: i cicli di frequenza sono soggetti anch’essi a leggi matematiche e statistiche di regolarità e di frequenza, di ritardi e di compenso, come qualsiasi altra specie di fenomeni numerici. Non ci addentreremo in teorie e calcoli che ci porterebbero assai lontano. Tratteremo l’argomento su base pratica, statistica. La frequenza si può prevedere praticamente ed anche abbastanza facilmente, specie per chi abbia qualche pratica in ricerche statistiche. I procedimenti possono essere diversi; ne indicheremo qualcuno dei più semplici.Se dividiamo una serie abbastanza lunga di estrazioni in tanti periodi o cicli, per esempio di 10 estrazioni, possiamo osservare che in una certa percentuale di questi cicli (percentuale che tende a mantenersi costante nel tempo) si verifica un’alta frequenza (due, tre o più volte superiore alla frequenza normale) e in altri periodi si riscontra equilibrio o meno sortite o ritardo assoluto per più cicli di seguito. Si constata anche (ed è quello che maggiormente interessa sapere per formulare una previsione) che i suddetti periodi o cicli di alta frequenza non risultano mai distanziati l’uno dall’altro cioè di solito non ritardano oltre un certo numero di cicli consecutivi. Ognuno comprende quindi, come già accennato, che anche qui si verifica la legge dei Ritardi come per tutte le altre specie di combinazioni o fenomeni numerici; e in pratica pertanto è possibile prevedere in certi casi un prossimo ciclo di maggiore frequenza di sortite. Ecco per una migliore comprensione del Metodo che andiamo esponendo, un esempio pratico: Dal 1871 a tutto il 14 Febbraio 1981 sono state eseguite alla ruota di Napoli 5740 estrazioni. Dividendo queste estrazioni per 10, abbiamo esattamente 574 cicli di 10 estrazioni. Per comodità statistica abbiamo esaminato per la sorte di ambata l’andamento attraverso tutti questi cicli, della terzina formata coi primi tre numeri della serie naturale e cioè: 1.2.3 (ma s’intende che i risultati sarebbero gli stessi prendendo qualsiasi altra terzina). Da questo esame abbiamo rilevati i seguenti dati statistici, avvertendo che per ciascuna sortita della terzina s’intende l’uscita di uno dei tre numeri (le sortite di due o tre numeri usciti ad una stessa estrazione sono conteggiate per due o tre sortite di , come pure due o tre sortite di uno stesso numero nel ciclo, sono conteggiate per due o più sortite):
Cicli di almeno 2 sortite: 170 cioè circa il 30% (esattamente 29,61%) dei cicli esaminati.
Cicli di almeno 3 sortite: 126 ossia il 22% (21,95%) dei cicli considerati.
Da notare che nei suddetti cicli sono compresi 40 cicli di super-frequenza, così ripartiti:
6 sortite:4 cicli
5 sortite:6 cicli
4 sortite:30 cicli
Ed ecco i principali ritardi riscontrati, avvertendo che i ritardi sono indicati in cicli di 10 estrazioni:
RITARDI DI
2 SORTITE
|
RITARDI DI
3 SORTITE
| |||||||
1944
|
7 cicli
|
1893
|
21 cicli
| |||||
1951
|
7 cicli
|
1903
|
14 cicli
| |||||
1970
|
7 cicli
|
1880
|
13 cicli
| |||||
1882
|
6 cicli
|
1957
|
13 cicli
| |||||
1886
|
6 cicli
|
1887
|
12 cicli
| |||||
1891
|
6 cicli
|
1897
|
12 cicli
| |||||
1912
|
6 cicli
| |||||||
1925
|
6 cicli
| |||||||
1939
|
6 cicli
| |||||||
1942
|
6 cicli
|
Come si vede il Ritardo Massimo Statistico dei Cicli con almeno due sortite è stato di 7 cicli, ossia 60 estrazioni più il ciclo vincente con almeno due ambate. Il massimo statistico nei cicli con almeno tre sortite è stato di 21 cicli, pari a 200 estrazioni o poco più. A questo punto il lettore giustamente si chiederà: ma come si gioca in pratica con questo Metodo? Ebbene: ecco alcuni consigli e alcune osservazioni. Quando sia in corso un ritardo il più possibile prossimo al massimo verificatosi nel passato, sarà facile prevedere a scadenza ravvicinata un ciclo di alta frequenza. Si inizia allora praticamente il gioco della terzina e si continua a giocarla fino a vincere almeno le due o tre volte previste nel tempo massimo di 10 estrazioni. Tenendo al corrente una statistica su un buon numero di terzine, si potranno rilevare spesso i ritardi maturi per giocare. Per limitare l’impiego di capitali, si potrà usare l’accorgimento di iniziare il gioco dopo una prima sortita (che potrebbe essere molto probabilmente il segnale di inizio dell’atteso ciclo di frequenza); quindi si continua a giocare fino ad ottenere la seconda o la terza vincita prevista. Del resto anche senza il detto accorgimento, il giocatore difficilmente rimarrà deluso, in quanto nell’attesa del ciclo di maggiore frequenza, si verificherà quasi sempre nel frattempo una vincita isolata nei cicli intermedi; dopo ciascuna di queste vincite (poiché si gioca con una progressione delle poste) potete proseguire ripartendo dalla posta minima. Per esempio nel corso del ritardo di 7 cicli, per un ciclo di almeno due sortite verificatosi nel 1970, si sono avuti sei cicli con una sortita. Altro esempio: durante il ritardo di 21 cicli conclusosi con un ciclo di tre sortite nel 1893, si ebbero 10 cicli vincenti con una sortita e 6 cicli con due sortite: complessivamente 16 cicli con 22 ambate sorteggiate. In ogni caso la partita si chiude appena ottenute (oltre alle vincite intermedie che abbiamo detto) le due o le tre vincite in un periodo massimo di 10 estrazioni. Sarà facile comprendere che il Metodo della Frequenza è applicabile a qualsiasi combinazione del Lotto, con particolare riguardo alle combinazioni ordinate (cioè formate da numeri consecutivi od equidistanti) e sia per l’ambata che per l’ambo o il terno. Con tale possibilità è aperto un nuovo vasto campo di ricerche e di applicazioni nel gioco del Lotto, che gli studiosi farebbero bene ad approfondire. La FREQUENZA, unitamente al metodo classico generale dei RITARDI e con quello del COMPENSO, formano assieme la base più razionale per lo studio delle previsioni e quindi per il conseguimento delle vincite al gioco del Lotto. L’ampiezza dei cicli di frequenza da considerare potrà essere stabilita a volontà tenendo presente le possibilità del giocatore: si può considerare per esempio il ciclo di frequenza media teorica (6 estrazioni per 3 ambate – 9 estrazioni per il gioco di 2 ambate – 18 estrazioni per un solo numero) o al massimo fino a circa il doppio di tale ciclo. Non sfuggirà a nessuno il vantaggio che questo Metodo offre in confronto a tutti i metodi o sistemi finora conosciuti: nel mentre infatti con gli altri metodi si ottiene per ogni partita una sola vincita, con questo Metodo abbiamo la possibilità di ottenere due, tre o più vincite nel ristretto tempo di un ciclo.
POLIS
(da "Il Corriere dei Giochi" n° 336 del 25.4.1981)
L’indimenticato Polis, autore tra l’altro del famoso volume "La Scienza del Lotto" stampato in molte edizioni (delle quali noi possediamo la seconda del 1950) in questo scritto diede ennesima prova di originalità delle sue ricerche, da sempre tese al raggiungimento di quel guadagno costante meta di ogni buon giocatore. Ricerche che continuò a sfornare anche da ultranovantenne! Il metodo proposto si presta ad infinite interpretazioni, alla stregua dell’applicazione della teoria dell’Equilibrio Instabile. Esso infatti si uniforma orientativamente ai criteri adottati da Egidio Tessadri per la famosa teoria ad egli dovuta, la cui notorietà al grande pubblico la si deve senza alcun dubbio a Domenico Manna (checché ne pensino scienziati della buonora). La quantità di sortite espresse ciclo dopo ciclo dalle combinazioni considerate costituiscono un archivio del tutto particolare sul quale è possibile impiantare qualsiasi tipo di ricerca statistica, dal ritardo alla frequenza. Qualche idea? A titolo di curiosità abbiamo preso le 3060 estrazioni effettuate tra il 18.10.1947 ed il 24.10.2001 e le abbiamo divise in cicli di 18 estrazioni (ciclo teorico di frequenza dell’estratto semplice), ottenendone esattamente 170 (70 x 18 = 3060). Abbiamo chiesto al computer di fornirci le sortite ciclo per ciclo e quindi abbiamo poi provveduto ad effettuare qualche rilievo statistico. Sul numero 1 relativamente alla ruota di Bari ad esempio abbiamo rilevato l’intervallo massimo intercorso tra un ciclo a sortite "0-1" ed uno con 2 o più sortite, intervallo che non è mai andato oltre i 16 cicli. E’ solo un accenno ma le possibilità, grazie al computer, oggi sono tante, come tante erano l’inventiva e l’originalità di Giovanni Polidori da Pescara.
Antonio FIACCO
PERCHE I GRANDI RITARDI SONO RARI?
Mentre tanti valenti studiosi si affannano per riuscire a determinare il ritardo massimo di un numero non dovrà sembrare eccessiva pretesa la mia (anche perché ultimo arrivato in lizza) se intendo dimostrare perché i grandi ritardi al lotto sono molto rari. Non mi si gridi la croce addosso se affermo che gli studiosi del lotto si sono nella generalità, se non nella totalità, fossilizzati intorno al ritardo dei numeri, così come vengono fuori dalle urna, e nessuno -per quanto mi consta- ha studiato il problema in armonia alle progressioni studiate in algebra.
Paragonando, appunto, gli estratti settimanali ad una progressione aritmetica, sono arrivato a questa definizione del lotto: "Una speciale progressione numerica, mista, periodica, a ragione variabile, in un sistema di numerazione a base 90".
Prima di indicare la ragione per cui i grandi ritardi si presentano molto raramente nel giuoco del lotto, credo opportuno di chiarire la definizione anzidetta e di ricordare brevemente che cosa sia una progressione.
"Si dice PROGRESSIONE una serie di numeri che si succedono con una legge determinata; i numeri si dicono TERMINI della progressione. Una progressione si dice aritmetica quando la differenza fra un termine qualunque e il precedente è costante (Baffi: Elementi di Algebra per i licei)"
Esempio: 1-2-4-8-16
La progressione aritmetica suddetta si dice ascendente, mentre si dice discendente se scritta nel modo inverso, e cioè:
16-8-4-2-1
La caratteristica principale di una progressione aritmetica è la RAGIONE che è sempre costante. Nell’esempio suddetto la ragione è 2, ossia la distanza in punti (per usare una terminologia lottistica) fra un termine ed il successivo della progressione. Una progressione aritmetica non ha limite perché non ha limite la serie naturale dei numeri.
I cinque estratti settimanalmente in una determinata ruota del lotto costituiscono una "speciale progressione numerica"; dico "speciale" in riferimento all’origine dei numeri e "progressione numerica" perché non possiamo parlare di progressione aritmetica o geometrica. Tutto al più si potrebbe dire una "progressione lottistica", ma non ho voluto adottare tale definizione perché il mio studio vale anche per altre specie di giuochi d’azzardo. Ho detto poi progressione mista perché gli estratti al lotto raramente si trovano, diciamo così, in linea ascendente o discendente, ma normalmente nella forma mista.
Esempio: 32-16-68-49-52.
A "ragione variabile" perché la distanza della progressione non è costante; "periodica" perché – come spiegherò in seguito– occorre considerare i cinque 5 come un sol termine, ossia come un "periodo".
Infine ho detto "in un sistema di numerazione a base 90" perché il lotto si serve soltanto dei primi 90 numeri della serie naturale, per cui la distanza fra due termini è data dalla semplice differenza se i due termini si trovano in linea ascendente (esempio: 23-72 la differenza è 49), mentre la distanza fra due termini in linea discendente è data dalla differenza a 90 del primo termine più il secondo termine (esempio:72-23 la differenza è 41, ossia 18 da 72 a 90 più 23). D’ora in avanti invece di parlare di "ragione variabile" userò il vocabolo "derivato", ed aggiungo subito che in una progressione periodica il numero dei derivati, detto n il numero dei termini del periodo, è uguale ad
n 2
Di conseguenza, nel lotto, i derivati, considerando un’estrazione in relazione ad un’altra, sono in numero di 25, e si trovano confrontando prima il primo estratto dell’estrazione precedente contro i 5 estratti dell’estrazione successiva, quindi il 2° estratto della precedente contro i 5 della seguente, e così di seguito.
Esaminiamo ora due estrazioni successive:
BARI 12 maggio 1951 | 60 | 70 | 41 | 84 | 17 |
BARI 19 maggio 1951
| 32 | 16 | 68 | 49 | 52 |
Quadro dei derivati
Derivati del 1° estratto | 62 | 46 | 8 | 79 | 82 |
Derivati del 2° estratto | 52 | 36 | 88 | 69 | 72 |
Derivati del 3° estratto | 81 | 65 | 27 | 8 | 11 |
Derivati del 4° estratto | 38 | 22 | 74 | 5 | 58 |
Derivati del 5° estratto | 15 | 89 | 51 | 32 | 35 |
Se noi ripetiamo questa operazione settimana per settimana, per una determinata Ruota, ed elencheremo poi i derivati distintamente per estratto noteremo subito che ai derivati si applicano le stesse leggi, sin ora conosciute, riguardanti gli estratti veri e propri. Inoltre il quadro dei derivati ci dice che ad ogni estrazione vengono fuori 50 ambi e non 10, 50 terni, 25 quaterne e 5 cinquine, ciò che vuol dire diminuire notevolmente i ritardi. In ogni quadro vi sono quasi sempre dei derivati comuni a più estratti. Nell’esempio sopra riportato il derivato comune è il numero 8 (sul 1° e sul 3° estratto) e bastava aggiungere tale numero agli estratti nell’estrazione precedente per vincere l’ambo in cinquina all’estrazione seguente.
Difatti:
60 | 70 | 41 | 84 | 17 |
+8 | +8 | +8 | +8 | +8 |
=68 | =78 | =49 | =2 | =25 |
Si sarebbe vinto l’ambo 68-49. Si tenga presente che la quantità dei derivati comuni sortono con una media di 2,5 (la metà appunto dei 5 estratti) e che si hanno derivati comuni anche su 3 o 4 estratti.
A Bari -dopo l’estrazione del 4 novembre 1950- il derivato comune 48 ha dato la vincita della quaterna:
Estratti dell’11 novembre:
41 | 86 | 49 | 23 | 30 |
41 | 86 | 49 | 23 | 30 |
+48 | +48 | +48 | +48 | +48 |
=89 | =44 | =7 | =71 | =78 |
estratti nella settimana successiva: 44-89-7-4-71.
Niente chiave fissa, dunque, come dicono alcuni studiosi del lotto, ma applicazione pura e semplice di una delle 90 differenze. Il lettore attento avrà notato subito che quando un giocatore afferma di giocare un numero ritardato (ad esempio il 14) non fa altro che giocare la differenza 90 applicata al numero 14 sortito cento e più estrazioni precedenti. Ma allo stesso numero si possono applicare tutte le differenze da 1 a 90 e mentre il giocatore vede ripetersi lo stesso numero anche all’estrazione immediatamente successiva (uscita della differenza 90) non pensa che nella stessa estrazione vengono fuori altre 4 differenze e che la differenza più in ritardo diventerà una differenza differente dal 90.
In altri termini chi gioca sul ritardi puro e semplice di un dato numero non gioca altro che la differenza 90 ogni volta che tale differenza si presenta in ritardo. Che il ritardo della differenza 90 avvenga così raramente si comprende a priori quando vi sono in turno altre 89 differenze, alcune delle quali devono pure raggiungere il massimo ritardo. La esattezza di queste mie affermazioni è data dal fatto che nelle varie ruote esistono sempre delle differenze che hanno un ritardo maggiore dell’estratto più ritardato; provare per credere, se il ragionamento non riesce convincente. Se non mi mancherà il tempo, in un prossimo articolo, esamineremo altre considerazioni non prive d’importanza pratica che scaturiscono naturalmente dalla mia definizione del lotto; in ogni modo capisco che parlar di ragione variabile, di progressioni periodiche, non è affare da poco, ma se ho preso le lucciole per lanterne il lettore giudichi.
B. BRANDI, "Il Calcolo Vincitore" n° 7 di Luglio 1951
DEI DERIVATI O DEGLI EQUIDISTANTI
Nel mio precedente articolo "Perché i grandi ritardi sono rari" (vedi C.V. n° 7 del 51) per poter dimostrare l’esattezza delle conclusioni ho reso di pubblica ragione una mia definizione del lotto, dalla quale scaturisce una nuova strada per la ricerca dei futuri estratti. Mi interesso dei derivati dal 1945 ed in una successione di articoli su questa simpatica rivista farò il punto delle mie osservazioni perché altri studiosi, che vorranno seguirmi per la stessa via ed hanno soprattutto maggior tempo di me a disposizione, possano giovarsene per ulteriori ricerche. I derivati indicati nel mio precedente articolo li chiamo derivati di differenza, per distinguerli dai derivati di somma che si hanno confrontando i complementari di una data estrazione con gli estratti di un’estrazione successiva.
Riprendendo in esame l’estrazione di Bari del 12 maggio c.a., e cioè gli estratti
60 70 41 84 17
i complementari sono
30 20 49 6 73
ossia la differenza fra l’estratto ed il numero 90. Gli estratti 45 e 90 hanno per complementari il numero stesso.
Alla successiva estrazione (19 maggio) i numeri sortiti furono
32 16 68 49 52
Il corrispondente quadro dei derivati di somma è il seguente
Derivati del 1° estratto
|
2
|
76
|
38
|
19
|
22
|
Derivati del 2° estratto
|
12
|
86
|
48
|
29
|
32
|
Derivati del 3° estratto
|
73
|
57
|
19
|
90
|
24
|
Derivati del 4° estratto
|
26
|
10
|
62
|
43
|
46
|
Derivati del 5° estratto
|
49
|
36
|
85
|
66
|
69
|
In questo quadro abbiamo il derivato comune 19 che si presenta ai medesimi posti del derivato comune 8 nel quadro dei derivati di differenza, ma invertito. Il lettore avrà notato che fare la differenza fra un complementare ed un estratto dell’estrazione successiva è lo stesso che eseguire la somma degli estratti interessati; difatti la differenza fra 30 (complementare del 60) e 32 è uguale a 2 ma 60+32 è uguale anche a 2. Come abbiamo considerato il complemento nei riguardi degli estratti possiamo considerare anche i complementari nei riguardi dei derivati, con il vantaggio di ridurre i 90 numeri impiegati nel giuoco del lotto (che sono in verità un po’ troppi!) alla metà, ossia 45, riducendo del pari il ritardo massimo per la sortita di un numero (202 estrazioni) alla metà.
B. BRANDI "Il Calcolo Vincitore N° 2 febbraio 1952"
DEI DERIVATI E DEGLI EQUIDISTANTI 2^ parte
Si tenga poi presente che giocare un numero corrispondente a un dato derivato (in ritardo tanto fra i derivati di differenza quanto fra quelli di somma) è lo stesso che giuocare un dato numero su due ruote differenti(successiva riduzione del ritardi ad ¼ del massimo) e che giuocare infine due coppie di complementari comporta ancora la riduzione del ritardo massimo ad 1/8. Riduzione calcolata ora grosso modo, ma si pensi inoltre che ad ogni estratto dell’estrazione precedente corrispondono 5 derivati di differenza, 5 di somma, ed altrettanti complementari; abbiamo quindi 20 derivati, riducendo così il rapporto da 1:18 a 1:4,5, e che altro è il ritardo massimo quando invece se ne estraggono 20.
In materia di ritardi credo opportuno di esporre, magari per inciso, un mio ragionamento . E’ vero che teoricamente un numero può restare nell’urna anche indefinitamente, ma è altrettanto vero che dopo tante migliaia di estrazioni, eseguite sin ora, il ritardo massimo si deve ritenere raggiunto o quasi e che per tanto non c’è da aspettarsi grandi sorprese. Il ciclo massimo (e qui intendo per ciclo il numero delle estrazioni occorse per il sorteggio di tutti i 90 numeri) sappiamo che è stato di 202 estrazioni; nessuno, a quanto mi risulta, si è presa la briga di determinare la durata del ciclo minimo, ossia di determinare il numero minimo di estrazioni occorre per il sorteggio di tutti i 90 numeri.
Io penso che il rapporto fra un ciclo e l’altro è uguale alla media teorica di sortita (90:5 ossia 3,60) e siccome sin ora il ciclo minimo che ho trovato è stato di 57 estrazioni, ne deduco che il ritardo pratico massimo è 205,2 estrazioni. Sarei grato agli studiosi del lotto che volessero comunicarmi ciclo minimi inferiori a quello da me citato per giudicare della bontà della regola. Ritornando in argomento aggiungo che se consideriamo un estratto sotto la forma di coppia di complementari ed altrettanto un derivato, noi possiamo formare delle quartine da mettere in gioco per ambata e che comportano ritardi massimi affrontabili in pratica. Il ciclo minimo da me notato sin ora è stato di 9 estrazioni; tenendo presente la regola sopraddetta il ritardo massimo non dovrebbe superare le 32,4 estrazioni (9 x 3,6). Ho in corso una statistica al riguardo sulla ruota di Bari, sin dall’inizio; non ho trovato ritardi superiori alle 27 estrazioni.
Come formare le quartine? Sia il numero 15 l’estratto ed il numero 2 il derivato; considerando anche i rispettivi complementari 75 ed 88 noi possiamo eseguire otto operazioni differenti che ci daranno, a due a due, sempre gli stessi numeri da porre in giuoco, e cioè:
15 + 2 = 17
|
15 + 88 = 13
|
75 + 2 = 77
|
75 + 88 = 73
|
15 – 2 = 13
|
15 – 88 = 17
|
75 – 2 = 73
|
75 – 88 = 77
|
Per brevità, travisando il significato di alcuni segni aritmetici, opero così:
15 - 75
|
+ 2 - 88
|
= 17-77-13-73
|
Invertendo tanto i termini della prima coppia di complementari quanto quelli della seconda il risultato è sempre uguale: una quartina da mettere in giuoco, composta a sua volta di due coppie di complementari. Per comodità sarà bene considerare la coppia 45-90 formata da due complementari. Per facilitare la compilazione del quadro dei derivati di differenza si può evitare, per le ragioni anzidette, di fare la differenza fra un termine e l’altro delle due estrazioni consecutive, sommando invece il complementare con i termini dell’estrazione successiva. Io unisco in un unico specchietto i due quadri nel modo seguente:
1) scrivo prima i termini dell’estrazione precedente e quindi di seguito i complementari rispettivi;2) nel rigo successivo ripeto due volte i termini dell’estrazione successiva;
3) eseguo prima la somma dei termini della prima cinquina ed ho i derivati di somma;
4) di seguito eseguo la somma dei termini della seconda cinquina ed ho i derivati di differenza.
60 - 70 - 41 - 84 - 17
|
=
|
30 - 20 - 49 - 6 - 73
|
32 - 16 - 68 - 49 - 52
|
=
|
32 - 16 - 68 - 49 - 52
|
Derivati sul 1° estratto:
| ||
2 - 76 - 38 - 19 - 22
|
=
|
62 - 46 - 8 - 79 - 82
|
Derivati sul 2° estratto:
| ||
12 - 86 - 48 - 29 - 32
|
=
|
52 - 36 - 88 - 69 - 72
|
Derivati sul 3° estratto:
| ||
73 - 57 - 19 - 90 - 24
|
=
|
81 - 65 - 27 - 8 - 11
|
Derivati sul 4° estratto:
| ||
26 - 10 - 62 - 43 - 46
|
=
|
38 - 22 - 74 - 5 - 58
|
Derivati sul 5° estratto:
| ||
49 - 36 - 85 - 66 - 69
|
=
|
15 - 89 - 51 - 32 - 35
|
Ho così sullo stesso rigo i derivati di posto, tanto di somma che di differenza. Per trovare la coppia di derivati in maggiore ritardo tengo sempre al corrente uno specchietto eseguito su carta da disegno e che ha il seguente formato tabellare.
RITARDO DEI DERIVATI
COPPIE DI COMPLEMENTARI
|
POSTO
| ||||
1°
|
2°
|
3°
|
4°
|
5°
| |
1
|
2
|
3
|
4
|
5
|
6
|
1.89
| |||||
2.88
| |||||
…..
| |||||
45.90
|
LA TEORIA DELLA FREQUENZA
Quale impronta statistica è più idonea a prevedere la frequenza?
La Teoria della frequenza è ormai ben nota ma credo sia bene approfondirla per meglio conoscere i diversi valori che la distinguono. Applicando una ricerca statistica di un gruppo di numeri frequenti in una qualsiasi Ruota, nel periodo di un limitato numero di estrazioni, (poniamo 18), noi troveremo senza dubbio la frequenza di alcuni elementi. Questi ci consentiranno di mettere insieme una combinazione che, in forza della spinta di evoluzione del momento, dovrà dare alcune ripetizioni. Tali ripetizioni, però, non sempre si presentano con due o più elementi accoppiati, procurandoci la vincita dell’ambo o anche del terno su sei, sette o anche otto numeri, ma a volte avvengono isolate, presentandosi con un solo elemento per volta; cioè frazionandosi nel breve tempo di esaurimento della frequenza rilevata. Pertanto questa non è altro che una "frequenza momentanea" dalla quale non potremo avere che un relativo affidamento. Comunque, questo è stato il primo rilievo che ha portato molti studiosi del Lotto alla scoperta di questa Teoria che, se da un lato è l’opposto di quella dei ritardi, dall’altro è senza dubbio la conseguenza logica di questa ultima. Infatti, se ci sono dei numeri che rimangono essenti per periodi più o meno lunghi, è chiaro che al loro posto ne vengono sorteggiati, più volte, degli altri. Ma quale impronta statistica è più idonea a prevedere la frequenza? E’ vero che ci si è orientati sulla "Legge del recupero o del compenso", (e ciò conferma la relazione tra Ritardo e Frequenza), che innegabilmente dà i suoi buoni risultati, ma quali altri progressi ha fatto questa Teoria? Per quanto è a mia conoscenza, ben pochi, o, almeno ben poco se ne è più parlato. E’ stata, forse, applicata in diversi modi, secondo criteri mai esposti, e credo che ciò abbia nuociuto non poco a questo principio che io ritengo il più idoneo a risolvere molti problemi in materia di tecnica lottistica e che meriterebbe di essere trattato più apertamente da ogni studioso. Gradirei, quindi, il pensiero di questa Teoria e nel frattempo approfitto dell’ospitalità che la Direzione di questo periodico vorrà accordarmi, per formulare alcune previsioni basate appunto sulla frequenza, precisando che si tratta di una "frequenza ciclica" che volentieri esporrò se quanto sopra accennato susciterà l’interesse di altri studiosi.
FIRENZE, MILANO E TORINO: 31 ambata
MILANO, NAPOLI E ROMA: 33 ambata
NAPOLI : 1,3,7, per uno
TORINO: 12 ambata
MILANO: 31 ambata
GENOVA: 47 ambata
TUTTE: 31,35,53 ambo e terno
Vittorio Valente, tratto da "Il Calcolo Vincitore" n° 11 novembre 1962
*IL DIVISORE COMUNE*
-LA DISTANZA 45-
I cabalisti dell’ottocento attribuirono grande importanza al numero 45, quale divisore comune, chiave d’oro, di tutte le operazioni tendenti alla formulazione dei numeri estraendi.
Effettivamente, il 45 è un numero importantissimo. Esso è giusto la metà dei novanta numeri.
Se dividiamo una circonferenza in novanta parti uguali, segnando per ogni punto di seguito i numeri 90, 1, 2, 3, 4…45, 46, 47,48…88, 89, 90, unendo con una corda il 90 con il 45, ci accorgiamo di aver tracciato la corda maggiore, quella passante per il centro del cerchio, cioè il diametro. Ci accorgiamo anche che, partendo da un numero, il punto diametrale, cioè quello che troviamo dall’altra parte della circonferenza, è un numero che differenzia, in più o in meno, 45 da quello dato.
Scegliendo un punto qualsiasi sul cerchio dei 90 numeri, ad esempio il n° 8, notiamo come il suo diametrale corrisponda al n° 53 che si trova dalla parte opposta della circonferenza (8 + 45 = 53 perché il n° 8 è inferiore a 45); è ovvio che se intendiamo conoscere il diametrale di 53 faremo 53 – 45 = 8 (in questo caso abbiamo sottratto perché il n° 53 è superiore a 45).
N.B. E’ possibile notare come il diametro 90-45 passando per il centro della circonferenza divide questa in due parti uguali: da una la semicirconferenza con i numeri da 1 a 45; dall0’altra quelli da 46 a 90.
Ebbene, la differenza 45, o distanza, trattandosi di punti di una circonferenza, è certamente una chiave portentosa nella formulazione dei futuri estraendi. Cabala? Magia? Niente di tutto questo, ma soltanto equidistanza ed armonia, una grande legge che regola gli eventi delle cose.
Settimanalmente, divertitevi ad aggiungere o a sottrarre, a seconda dei casi, il numero 45 ad ogni estratto per tutti i dieci compartimenti del Lotto e tenete questo quadro in bella evidenza per raffrontarlo con altri fino a 5/6 estrazioni precedenti o successive, cercando di trovare quei gruppi di numeri adatti per poter operare e formulare delle previsioni. Gli esempi chiariranno la tecnica operativa, che stiamo per mostrarvi.
-TECNICA OPERATIVA-
Si tengano presenti tre o quattro estrazioni consecutive di tutti i dieci compartimenti del Lotto. Si formino, anche con penne di colore diverso, le relative tabelle di queste estrazioni con la trasformazione di tutti gli estratti mediante la distanza 45 (più 45 se il numero è inferiore a 45, meno se è superiore).
Queste tabelle dei numeri trasformati servono solo come guida e non per operare, perché, come vedremo, allo scopo si ricorre ai numeri reali, veramente estratti.
Questo esempio ci farà da guida.
CASO "A"
Estr. n. 18 del 5.5.’79
Ruota di BARI = 2.70.45.71.83
Creiamo la tabella di trasformazione:
2 +
|
70–
|
45+
|
71–
|
83–
|
45=
|
45=
|
45=
|
45=
|
45=
|
47 | 25 | 90 | 26 | 38 |
Estr. n. 20 del 19.5.’79
Ruota di PALERMO = 47.25.8.36.2
Creiamo la tabella di trasformazione:
47–
|
25+
|
8 +
|
36–
|
2 –
|
45=
|
45=
|
45=
|
45=
|
45=
|
2 | 70 | 53 | 81 | 47 |
I numeri trasformati di Bari sono usciti due estrazioni dopo a Palermo e, viceversa, i numeri trasformati di Palermo erano usciti due estrazioni prima a Bari.
L’armonia acquista forza, in quanto sia a Bari che a Palermo i numeri sono usciti al primo ed al secondo posto. Abbiamo i requisiti sufficienti per operare.
Sommiamo i quattro numeri due a due:
2 +
|
2 +
|
2 +
|
70+
|
70+
|
47+
|
70=
|
47=
|
25=
|
47=
|
25=
|
25=
|
72 | 49 | 27 | 27 | 5 | 72 |
(Ogni qualvolta il numero supera 90, si toglie 90). Notiamo subito la ripetizione di due numeri (tra l’altro distanziati di 45): 27 e 72.
Essi costituiscono le ambate da giocare sulle ruote basi (BA e PA), l’ambo secco da giocare per Tutte e i capigioco (con preferenza del 27, perché scaturisce dalla somma di numeri appartenenti ai due compartimenti in esame) degli ambi, che si formano con i numeri base e gli stessi capigioco:
27-2 / 27-70 / 27-47 / 27-25 / 27-72
Di minore forza:
72-2 / 72-70 / 72-47 / 72-25
Vediamo l’esito di questa previsione: il numero 27 esce a Bari alla V, VI, XI estrazione di gioco. Il numero 72 (ambata e capigioco accessorio) esce a Palermo alla VII ed alla XII estrazione. Il numero 27 compare anche a Palermo dopo 13 estrazioni. E non finisce qui: a Bari XVII estr. esce 27; XVIII estr. esce 72 con 5 (uno dei numeri ottenuti con le somme); XIX estr. l’ambo accessorio 72-2. Nel breve ciclo di un’ambata (18 estrazioni) è successo il terremoto!
CASO "B"
Estr. n. 22 del 2.6.’79
Ruota di TORINO:
17
|
76–
|
54–
|
39
|
5
|
45=
|
45=
| |||
31 | 9 |
Estr. n. 26 del 30.6.’79
Ruota di FIRENZE:
45
|
31+
|
9 +
|
56
|
61
|
45=
|
45=
| |||
76 | 54 |
Operiamo:
76+
|
76+
|
76+
|
54+
|
54+
|
31+
|
54=
|
31=
|
9 =
|
31=
|
9 =
|
9 =
|
40 | 17 | 85 | 85 | 63 | 40 |
Previsione:
ambata principale su TO e FI = 85 (somma dei due numeri delle due ruote);
ambata secondaria su TO e FI = 40;
ambi principali = 85-9 / 85-54 / 85-31 / 85-76 / 85-40;
ambi secondari = 40-9 / 40-54 / 40-31 / 40-76.
Esito: 85-54 ambo secco principale a TORINO dopo 4 estrazioni; 85 ambata principale a FIRENZE alla III estrazione.
CASO "C"
Ecco un caso rilevato nella stessa prova.
Estrazione n° 31 del 4 agosto 1979:
RUOTA DI NAPOLI:
47–
|
8 +
|
9
|
56
|
61
|
45=
|
45=
| |||
2 | 53 |
RUOTA DI VENEZIA:
2 +
|
53–
|
14
|
25
|
35
|
45=
|
45=
| |||
47 | 8 |
PREVISIONE:
ambata principale su NA e VE = 10 (somma dei numeri incrociati di NA e VE);
ambata secondaria su NA e VE = 55;
ambi principali = 10-47 / 10-8 / 10-2 / 10-53 / 10-55;
ambi secondari = 55-47 / 55-8 / 55-2 / 55-53;
ambo su Tutte = 10-55
ESITO: ambata principale 10 su VENEZIA alla IV estrazione.
CASO "D"
Estr. n° 35 del 1° settembre 1979
RUOTA DI VENEZIA:
10+
|
30+
|
28
|
81
|
9
|
45=
|
45=
| |||
55 | 75 |
Estr. n° 37 del 15 settembre 1979
RUOTA DI MILANO:
55–
|
75–
|
89
|
69
|
47
|
45=
|
45=
| |||
10 | 30 |
PREVISIONE:
ambata principale (somma incrociata) su MI e VE = 85;
ambata secondaria = 40
ambi principali = 85-10 / 85-55 / 85-30 / 85-75 / 85-40
ambi secondari = 40-10 / 40-55 / 40-30 / 40-75
ambo su Tutte = 40-85
ESITO: ambo secco principale a Milano 85-10 alla III estrazione!!!
Gli esempi esposti hanno rivelato la genuinità del metodo, la frequenza delle combinazioni sfruttabili e, soprattutto, l’inesauribile fonte di ricerca, che il diligente lettore farà per trovare nuovi nessi armonici e simmetrie che lo porteranno a pronosticare eventi clamorosi ed inaspettati.
*MEMORANDUM*
|
A – Con la sortita dell’ambata principale la previsione si intende esaurita;
B – La presenza o la sortita di un ambo su Tutte non annulla la previsione d’ambata sulle ruote basi ma…"allunga" i tempi di attesa!!!
C – Rinunciare al gioco quando l’ambata principale è presente in una delle ruote dalla quale scaturisce la previsione o se sortita nelle estrazioni intermedie.
D – Spesso l’esito avviene a colpo e su entrambe le ruote!
E – Non è rara la sortita a colpo o in tempi brevi di un ambo di minor forza.
F – In genere la sortita dell’ambata non supera le sette estrazioni.
G – Vi capiterà di rintracciare più di un caso di previsione. E’ ovvio che non attaccherete a tutti i casi ma sceglierete i più idonei preferendo gli ambi che in orizzontale hanno le distanze 3-6-9-15-18-22-30-36. Se non rintraccerete nessun caso non cercate di costruire la previsione a tutti i costi!
H – Per i casi su ruota unica spingere l’indagine anche oltre le quattro-cinque estrazioni ma è bene tenere presente che la probabilità di esito positivo è maggiore quando i 2 ambi si trovano alla più breve distanza possibile di estrazioni, e che l’ambata non sia sortita nelle estrazioni intermedie o nelle stesse!
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Ciro VITALE
-COMMENTO-
Quello pubblicato rappresenta un vero classico del grande Ciro Vitale. E’ una parte di una sua opera notissima, RR-DD (la ricerca delle distanze), che fece la fortuna non solo di Vitale come studioso (e come giocatore!) ma anche di tanti giornali su cui il nostro illustre conterraneo dissertava di Ciclometria. Scrisse infatti, ricevendo ovunque consensi, praticamente per tutte le riviste comparse in edicola tra gli anni ’70 e ’90. Un vero record!
Senza alcuna ombra di dubbio gli esempi contenuti in RR-DD hanno rappresentato il vero cavallo di battaglia dell’indimenticato Ciro, e hanno contribuito in modo determinante alla nascita di una miriade di "esperti" di Ciclometria, ai quali la semplice operazione di quadratura (spesso utilizzata da costoro a sproposito) ha dato materiale per scrivere tutta…la vita. Basta infatti aprire una qualsiasi pagina di giornale specializzato che annoveri tra le sue file collaboratori che trattano di Ciclometria per trovare la "mano" del maestro! E ciò basta ampiamente per qualificare la straordinaria opera del geometra Ciro Vitale da Caserta: letteralmente immortale.
Antonio FIACCO
Salve, in riferimento al metodo del vincolo differenziale 90, cortesemente chiedo come è stata calcolata la distanza 4 tra 89 e 3, nel primo esempio estrazione del 5 Gennaio 1963:
RispondiEliminaGenova 89-49
Milano 3-26
differenze: 40 (fra 89 e 49), 23 (fra 49 e 26), 23 (fra 26 e 3), 4 (fra 89 e 3)
Grazie.